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La Ferrari punta sul karting, con Tony Kart
TKART Staff
18 Ottobre 2016

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Il Racing Team della factory italiana e la Ferrari Driver Academy presentano al pubblico la loro collaborazione tecnica.
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[dropcap]P[/dropcap]rima sotto forma di indiscrezione da “radio box”, poi con le sembianze di un press release ufficiale, l’accordo tra Tony Kart Racing Team e Ferrari Driver Academy non aveva reso a pieno l’idea di cosa realmente fosse.
Una volta arrivati in circuito a Lonato, lo scorso 13 ottobre, però, le idee sono diventate subito più chiare grazie a quanto abbiamo visto e sentito.

L’accordo è di portata storica.
Ferrari Driver Academy ha dichiarato apertamente e ufficialmente il proprio interesse verso il kart.

Attraverso la propria divisione denominata Ferrari Driver Academy ha stretto una collaborazione tecnica ufficiale, cosa mai accaduta prima, con il Racing Team della Tony Kart, uno dei brand di maggior valore storico e dal più ricco palmares sportivo quando si parla di kart.

E, obiettivamente, fa un certo effetto vedere il South Garda Karting di Lonato “dipinto” di rosso grazie agli striscioni dei vari Scuderia Ferrari Club intervenuti all’evento. Pensare che anche la Ferrari Driver Academy abbia deciso di dare grande attenzione, in maniera ufficiale, a quanto accade nel karting… Sicuramente segna un momento storico.

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L’obiettivo, ovviamente, è scovare nuovi talenti da allevare e portare in F1. Italiani o di altra nazionalità, non importa.
Per quanti anni? L’accordo è pluriennale, dicono le voci ufficiali, quindi un termine preciso non siamo riusciti ad averlo.

Se questa collaborazione porterà a dei buoni frutti, ovvero se consentirà di trovare il nuovo Sebastian Vettel, sarà solo il tempo a dirlo.
Ciò che sappiamo ora è che l’approccio che traspare, come sempre, del resto, quando si parla di Ferrari e Tony Kart, è di quelli… Racing. Nel senso che dalle parole di Roberto Robazzi (big boss di OTK Kart Group, il gruppo a cui fa capo la Tony Kart) si capisce che l’obiettivo non è quello di offrire ai giovani piloti che approderanno nella “squadra corse verde” una passerella di lusso nel karting per poi passare nel mondo della auto con FDA e i team a cui la Academy Ferrari si appoggia nelle formule minori.
Il focus è, prima di tutto, trasferire quanto raccolto in oltre 30 anni di attività in pista ai massimi livelli del karting mondiale ai giovani pilotini di oggi. In una breve chiacchierata avuta con Robazzi, infatti, sentiamo più volte i termini “insegnare” e “dare supporto”.

Quasi a dire: “Sappiamo come sono i campioni, cosa li contraddistingue, come si comportano, cosa li ha portati a essere tali... Bene: possiamo insegnarlo anche a voi, se avrete voglia di impararlo”. L’impressione è quella che si punti a “sfornare” dei piloti che rispondano ai canoni di Tony Kart, un brand che da metà degli Anni ’80 a oggi è stata legata a nomi quali Michael Schumacher, Sebastian Vettel, Fabrizio Giovanardi, Johnny Mislijevic e Jarno Trulli, solo per citarne alcuni.

A livello pratico, il logo FDA presente su tutte le tute dei piloti facenti parte del Tony Kart Racing Team non significherà in automatico l’appartenenza alla FDA stessa. Quel logo sintetizza semplicemente la partnership tra le due realtà che lavoreranno in stretta sinergia.

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Come funziona, allora, l'ingresso nel progetto?

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fittipaldi-tony-kartPrima di tutto, sarà il Tony Kart Racing Team a dover individuare i migliori talenti. Su questi inizierà un’attività di sviluppo delle loro capacità, di educazione, di crescita e di insegnamento.
Successivamente, i piloti inizieranno a fondere le proprie attività “di addestramento” con quelle degli altri driver già presenti in FDA e già impegnati con le monoposto.

Come?
Per esempio nelle sedute di allenamento in kart di questi ultimi, oppure con l'uso del simulatore o durante il mental coach. Una volta reputati pronti da entrambe le parti (intese come Tony Kart e Ferrari Driver Academy), i piloti prescelti potranno passare alle classi superiori.

Perché, una volta inseriti nella FDA guidata da Massimo Rivola, il supporto che si riceve va oltre i semplici consigli di guida: tutti i giovani talenti che entrano nel recinto della Academy di Maranello hanno un supporto a livello medico e fisioterapico per poi passare alle tre divisioni della FDA che più incuriosiscono e che anche noi, da ospiti, abbiamo provato in prima persona.
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[tabs type="Horizontal"][tabs_head][tab_title]Kart[/tab_title][tab_title]Simulatore[/tab_title][tab_title]Attività fisica e mentale[/tab_title][/tabs_head][tab]
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Ovviamente sono previste delle sessioni in pista. Detto che è sempre più difficile, per questioni regolamentari ed economiche, effettuare dei test, a prescindere dalla categoria alla quale si partecipi, uno degli allenamenti migliori per chi corre in monoposto è il karting.

Non tanto per allenare i muscoli (quelli impiegati per guidare un kart, ci svelano i tre piloti Charles Leclerc, Antonio Fuoco, Giuliano Alesi), quanto per ravvivare i concetti base imparati nel kart e sempre utili nella vita di un pilota: riflessi, capacità di sorpasso, visione della gara…

Certo, poi si approfitta di questo allenamento in pista anche per fare un po’ di fiato… Che, vi assicuriamo, serve! Infatti io, dopo qualche giro, sono già in debito di ossigeno. I piloti FDA, a parte Giuliano Alesi, guidano i KZ.
Ma in pista non ci sono solo loro, abbiamo anche tutti i portacolori 2016 del Tony Kart Racing Team, oltre a piloti di esperienza della compagine rossa, quali Marc Genè, Andrea Bertolini e Giancarlo Fisichella.

Nel pomeriggio decide di indossare la tuta e fare qualche giro – nonostante la pioggia – anche un certo Sebastian Vettel.[/tab]
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Per uno come me che da 10 anni si ciba di pane e kart, parlare di simulatore fa venire l’orticaria. Nel senso che per chi è innamorato del mezzo da competizione più vero ed essenziale della terra, pensare di guidare un qualunque veicolo in maniera virtuale, chiuso dentro una stanza, è veramente come chiedere a Rocco Siffredi di andare a letto con una bambola gonfiabile.

E invece… Invece il simulatore è messo a punto dalla All in Sports di Anton Stipinovich, uno dei guru di questo settore, capace di sviluppare simulatori anche di F1, quelli tanto chiacchierati negli ultimi anni e sulla base dei quali si sviluppano le monoposto odierne.

In questo caso il “setup virtuale” è quello di una F3. Bene, io una F3 non l’ho mai guidata, ma la fatica che ho provato nel guidare con questo simulatore sono convinto si avvicini moltissimo a quella che si prova guidando un’auto reale. Sono sceso grondante di sudore. È persino faticoso tenere il volante stretto tra le mani sul rettilineo.

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Oltre all’attività in pista, i piloti FDA devono allenarsi fisicamente e mentalmente.
Se dal punto di vista fisico possiamo immaginare che palestra e altri sport siano il menù quotidiano per un pilota, dal punto di vista mentale cosa deve fare un pilota per allenarsi?

Ne ho avuto un piccolo assaggio in prima persona grazie a Marco Casarotti e Marianna Munafò di Inside – Human Science, la realtà che supporta FDA da questo punto di vista.

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Al di là degli allenamenti, la domanda che rimane è una: esiste un percorso prestabilito che la FDA impone ai propri piloti per portarli dal kart in F1? Del tipo, kart fino a 15 anni, poi F4… ecc. ecc.?

La risposta è… No!

Nel senso che, a seconda dell’individuo, si sceglieranno le tappe da intraprendere. Però, come dice Charles Leclerc, attuale pilota FDA impegnato in GP3 (esordiente) e pretendente dichiarato al titolo: “Una stagione nel karting di vertice, in KZ con i più forti della categoria, è da fare”.

Confrontarsi con i migliori e con i più esperti, infatti, fa crescere velocemente. E l’FDA, due piloti esperti, pronti a fare da chioccia ai più giovani, li mette a disposizione sia nel karting sia nelle monoposto. Parliamo di Marco Ardigò e Andrea Bertolini, qui impegnati in usa simpatica intervista doppia.


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