Com’è fatto
Il banco prova motore, chiamato anche “freno” nel gergo degli esperti, è uno strumento di misura progettato per rilevare le caratteristiche meccaniche (principalmente la potenza e la coppia a diversi regimi di funzionamento) di un motore a esso collegato. Il principio di funzionamento è abbastanza elementare: per misurarne “la forza” di un motore, infatti, questo viene letteralmente frenato nella sua rotazione dal banco prova stesso che restituisce di conseguenza i valori di performance del propulsore. In base al tipo di coppia resistente utilizzata e al fatto che questa sia modulabile o meno, possiamo dividere i banchi prova potenza in due tipologie:
- inerziale (detto anche “statico”)
- dinamometrico (detto anche “frenato”)
Il primo è composto da una massa dalle dimensioni e dal peso notevoli, utile a creare una certa inerzia e applicare una coppia resistente.
Il secondo, invece, è caratterizzato dall’utilizzo (in abbinata a una massa dalle dimensioni e dal peso contenuti) di un freno a correnti parassite e permette di realizzare prove molto precise. Inoltre, se il software che gestisce l’impianto lo consente, introduce anche la possibilità di riprodurre fedelmente un utilizzo ben determinato (esempio: il funzionamento del motore così come viene impiegato in un giro di un determinato circuito) grazie a un incremento o a una riduzione dell’intervento del freno a correnti parassite.
Questa classificazione prescinde dalla forma del banco o dalla sua capacità di ospitare in un modo piuttosto che in un’altro un determinato mezzo che si vuole testare.