Semplicità. Questo il concetto cardine del nuovo motore DVS di casa Vortex - ROK, che anticipa molte soluzioni che si vedranno sui motori OK della prossima omologa CIK-FIA
A partire dal prossimo anno, secondo i dettami della Federazione CIK-FIA, verranno utilizzati, nelle gare internazionali, i motori OK, destinati a prendere il posto degli attuali KF. Si tratta di motori a presa diretta, con avviamento a spinta, facilitata da un sistema a valvola di decompressione sulla testa del cilindro. Se per tutti i kartisti la novità arriverà nella prossima stagione, chi corre nella ROK Cup, Campionato monomarca di casa Vortex (gruppo OTK), già nel 2015 ha potuto correre con un motore che dei futuri OK è partente stretto. Nella categoria Super ROK, infatti, Vortex ha introdotto il primo motore con il nuovo sistema a valvola di decompressione: il DVS. La base è quella del motore KF, assemblato con componenti già sperimentati e forte del fatto di poter contare su una consolidata economia di scala, ma diversi particolari cambiano, per scelta o per necessità. TKART ha avuto la possibilità di analizzare nel dettaglio il motore; aprirlo, fotografarlo, parlare con i tecnici che lo hanno progettato e farsi un’idea di che tipo di prodotto sia. Diciamo subito che molte soluzioni del DVS ci piacciono, mentre altre possono generare qualche dubbio. Però, a ben vedere, dato che il DVS, per ora, viene proposto solo in una categoria per piloti già adulti, non Junior, alcuni limiti vengono sicuramente superati.
La valvola di decompressione, sulla testa del cilindro, dal lato dello scarico, in posizione centrale. Qui, in posizione “chiusa”. Sotto, l’analoga situazione vista “dall’interno” del motore.
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