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TIPOLOGIA Motore a 2 tempi, come la stragrande maggioranza dei propulsori per kart. Il 4 T è una piccola nicchia
125 cc
CILINDRATA
La 125 cc. è ormai la cilindrata di riferimento. I motori 100 sono un ricordo del passato
A SPINTA
AVVIAMENTO
A spinta con valvola di decompressione
MONOMARCIA
TRASMISSIONE
Due le “grandi famiglie” di motori per il kart: monomarcia e a marce. I Vortex DST e DJT sono monomarcia
2019-2021
OMOLOGAZIONE
È quella della OK e OKJ valida dal 2019 al 2021
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La stagione 2019 si è conclusa con un titolo importante per Vortex, la divisione motori dell’OTK Kart Group, salita sul primo gradino del podio del FIA Karting Junior World Championship con Thomas Ten Brinke. A spingere il pilota olandese c’era il propulsore DJT, introdotto dall’azienda in occasione del ciclo di omologa 2019-2021 assieme al fratello maggiore DST, destinato alla classe OK.
Entrambi i modelli si collocano all’interno del progetto di ampio respiro che l’azienda ha in mente per le categorie FIA monomarcia: l’intento, dopo il primo ciclo di omologa partito nel 2016, è quello di mettere progressivamente mano a tutte le aree del motore, con l’obiettivo di avere un prodotto più semplice, ripetibile e affidabile, ma anche più performante.
Con i motori DJT e DST questa intenzione si manifesta prima di tutto in una completa rivisitazione del basamento del motore: l’intero carter, dove per intero si intende il carter assemblato in tutte le sue componenti, non ha nulla a che spartire con quello del modello precedente. Le novità interessano ogni aspetto: gli stampi, le fusioni, le lavorazioni, i dimensionamenti, la minuteria.
Le idee di fondo che hanno dettato tutte le modifiche sono piuttosto semplici, a partire dalla necessità di avere un motore con un centro di gravità più basso.
DST e DJT sono i motori Vortex omologati nel 2019 per le categorie OK-Junior e OKLeggi tutto
L’abbassamento del baricentro è sensibile, garantiscono i tecnici Vortex, e ha richiesto un importante lavoro in fase di progetto per decidere quali masse spostare, ruotare o ridimensionare per fare in modo che il centro di gravità equivalente del motore risultasse più vicino al terreno. È chiaro che un riposizionamento del baricentro non regala cavalli extra, ma sicuramente aiuta a sfruttare meglio quelli che già ci sono migliorando l’handling, grazie a movimenti di beccheggio e rollio ridotti. In questo modo, pur senza toccare la parte termica del propulsore, rimasta identica rispetto alla precedente omologa, sì è riusciti a fare un deciso passo avanti in termini di performance.
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