Il primo pensiero lo immaginiamo: “Dove sono? Cos'è successo?”. Poi, piano piano, inizi a percepire il materasso sottile della barella, la sirena dell’ambulanza, le voci degli uomini del pronto intervento che ti invitano alla calma. E a stare fermo! È a quel punto che tu, Alessandro Manetti da Forlì, due titoli mondiali conquistati in carriera, di cui uno, memorabile, in Argentina, capisci tutto.
Capisci di essere stato investito da un’auto durante il solito allenamento in bici. Quell’allenamento che per te è una necessità, quasi fosse un elisir di lunga vita e non solo un modo per tenerti in forma e preparare le prossime gare. Questa volta, però, l’elisir ti è andato di traverso. Perché il colpo frontale con la vettura è stato forte e lo schianto al suolo ha lasciato segni pesanti: abrasioni ed ematomi estesi su tutto il lato sinistro del corpo; una compressione delle vertebre cervicali; lo schiacciamento dello sterno e un drammatico dolore alla spalla sinistra. Per muoversi, la spalla si muove, dunque non è rotta. Ma fa male. Troppo male.
Il dolore peggiore, però, non è quello fisico, ma è qualcosa che i medici dell’ambulanza non possono curare. La sensazione che chiude lo stomaco e pare un coltello infilato nel petto è data dal fatto che mancano poche ore (è martedì quando rimani vittima dello sfortunato incidente) al via del lungo weekend che porterà alle prime due finali del Campionato Europeo 2007. Una gara importante, ancor più per chi, come te, a 35 anni sa bene che gli appuntamenti che rimangono da correre sono sicuramente meno di quelli già corsi.