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7 Campioni per una ROK Superfinal
GM
Giovanni Mele
16 Ottobre 2019

I Super Campioni Rok 2019 hanno lottato con avversari di altissimo livello per conquistare i rispettivi titoli e sotto la bandiera a scacchi i titoli sono andati a: Alex Powell (JAM - Mini Rok), Daniele Federici (ITA – Junior Rok), Cristian Comanuducci (ITA – Senior Rok), Marcel Prokscha (ITA – Expert Rok), Paolo Baselli (Expert Plus Rok), Domenico Cicognini (ITA- Super Rok) e Luca Bosco (ITA – Shifter Rok).

Ai vincitori sono andati in premio motori, trofei e la fantastica opportunità di andare a correre alla Rok the Rio di Las Vegas o alla Rok Asia Final di Singapore (assegnate dal Promotore).


MINI ROK: LOTTA DURA A 5, VINCE POWELL

Dalla prima fila è il solo Gladysz (POL) a mantenere la testa, mentre Roos (ZAF) perde numerose posizioni allo spegnersi del semaforo.
A braccare subito il leader si piazza il giamaicano Powell, mentre restano lievemente staccati, Matveev (RUS), Sorensen (USA), Garzon (COL) e Przyrowski (POL).
A metà gara (12° giro) si definisce il gruppo che andrà a giocarsi il titolo con Matveev leader e Powell, Sorensen, Al Dhaheri (ARE) e Przyrowski incollati l’uno all’altro.
Il quintetto si presenta allo sprint con Matveev al comando e Powell all’attacco. Il giamaicano a poche curve dal termine infila l’avversario con una manovra pulita e riesce a resistere ai duri attacchi di Sorensen e Al Dhaheri, andandosi a prendere il titolo Superfinal Mini 2019.
Matveev è secondo e Sorensen terzo, ma il musetto fuori sede dello statunitense fa saltare sul terzo gradino del podio Przyrowski. A Sorensen resta la soddisfazione di essere stato il più veloce sul giro. Nella bagarre degli ultimi metri finisce out Al Dhaheri e a completare la top-5 va l’italiano Marenghi ed il tailandese Tarnvanichkul.

 

MINI ROK SHINGA TROPHY.
La gara dedicata ai piloti rimasti esclusi dalla finalissima è emozionante e vede la vittoria dell’australiano Lacey che precede Czaja (POL) e il neozelandese Sharp, artefice di molti bei sorpassi.

JUNIOR ROK: FEDERICI NON CONCEDE SPAZIO A RAGONE
Nelle heats i nomi che emergono su tutti sono quelli degli italiani, Ragone, Federici, De Palo, Mazzola, Rinicella e Paparo, oltre allo statunitense Zilisch, già campione Superfinal Mini 2017.
Le prime tornate della finalissima confermano che il titolo sarà un affare riservato a questi sette piloti, capaci di segnare tempi record sin dalle prime tornate.
Ragone tenta una timida fuga nelle prime battute di corsa, ma Federici colma subito il gap e fa capire all’amico-rivale di potersi giocare la vittoria insieme a lui. La gara, di fatto, si decide all’undicesimo giro quando Federici infila l’avversario e passa al comando. Ragone tiene bene la scia del nuovo leader ma non riesce a contrattaccare, mentre
Paparo, terzo, resta leggermente attardato, ma pronto ad approfittare di una minima indecisione dei primi. I due di testa tirano sino allo spasimo e nessuno dei due commette un errore, così Federici riesce a non concedere spunti per l’attacco a Ragone e va a vincere il titolo. Paparo completa un magnifico podio, mentre più staccati concludono Zilisch, De Palo e Stifter, artefice di una gara molto combattiva.

JUNIOR ROK BRIDGESTONE TROPHY.
Il neozelandese Douglas vince il Bridgestone Trophy battendol’australiano Pink ed il sudafricano Fourier.

ROK EXPERT: STADNIK SBAGLIA E RIMONTA
Allo spegnersi del semaforo è prontissimo a prendere il comando il polacco Stadnik, mentre il poleman Prokscha (DEU) scivola in quarta posizione, perdendo terreno prezioso.
Nelle prime fasi di gara hanno mantenuto il contatto con il leader, Cogato (ITA), Jader-David (USA) e Crupi (CAN).
Prokscha dal terzo passaggio in poi inanella best lap in sequenza ed ha sorpassato, inesorabilmente, Cogato, Jader-David e Crupi, portandosi in scia al leader Stadnik già al 7^ giro.
Nella sua rimonta Prokscha si tira dietro l’americano Jader-David ed all’8^ giro sferra l’attacco su Stadnik. La manovra non lascia scampo al polacco e decide la gara in favore di Prokscha che prende subito un margine di sicurezza sugli inseguitori.
Jader-David e Stadnik danno vita ad un bel confronto per la piazza d’onore, dal quale esce vincitore lo statunitense che piazza il sorpasso decisivo al penultimo giro.
Prokscha, Jader-David e Stadnik compongono il podio della Superfinal Expert. Ai piedi del podio, nel duello tra Cogato e Crupi, la spunta l’italiano.
Il best lap della finalissima lo sigla, un po’ a sorpresa, il brasiliano Massoni.

ROK EXPERT PLUS: BASELLI SU DONADEI
Al via il Campione Rok Italia, Donadei (ITA), scatta perfettamente e prende un leggero margine sul più temibile dei suoi rivali, Baselli (ITA).
Dopo una prima fase di stallo, Baselli spinge fortissimo, segnando il best lap della categoria, ed andando a prendere Donadei. Al 5° giro arriva il sorpasso che permette a Baselli di mettere le mani su di un titolo che inseguiva sin dalle prime edizioni della finalissima Rok.
Donadei dimostra di essere un contendente assolutamente degno del titolo, ma si deve accontentare della piazza d’onore, davanti a Jacometti
(BRA) e Mahpud (IND).La miglior rimonta della finale la mette a segno Ciracì (ITA), scattato dalle retrovie e giunto sesto.

SUPER ROK: FINALMENTE CICOGNINI
Per tutti i venti giri della finale ci provano in tanti, e tutti molto forti, a scardinare il primato di Cicognini, ma nessuno riesce a togliere il titolo dalle mani del giovane italiano.
Dalla prima fila Cicognini scatta perfettamente e si deve difendere, inizialmente, dal neozelandese Hutton. Poche tornate dopo è la volta di Day (ARE) ad assumere il ruolo dello sfidante, ma tutto è inutile perché Cicognini è veloce e concentrato, praticamente inattacabile.
Al quinto giro la gara perde un possibile protagonista, si ritira il campione in carica Machado, in seguito ad un contatto con Martucci e alcune tornate dopo (14° giro) è out, sempre per un contatto, anche Hutton.
Nella fase finale sale in cattedra D’Abramo. Il campione Super Rok 2017, nonostante una grande esperienza e le sue doti velocistiche, non riesce a far saltare i nervi di Cicognini, il quale regge la pressione, respinge un deciso attacco dell’avversario (19° giro) e si va a prendere il titolo con pieno merito.
Alle spalle dei due italiani chiude Jacobsson (DNK), il quale beneficia della penalizzazione inflitta a Day (per musetto fuori sede). Quarto conclude Martinello, che se non fosse partito dal fondo dello schieramento avrebbe potuto dire la sua nella lotta per il podio. Da incorniciare è la prestazione della lady Rianna O’Meara-Hunt, sempre in bagarre nelle prime posizioni e sesta sotto la bandiera a scacchi, nonostante tre secondi di penalizzazione (infrazione allo start).

SENIOR ROK: COMANDUCCI ALL’ULTIMA CURVA SU GAGLIANO’
La Senior riserva un finale talmente emozionante da far sembrare una passeggiata le heats che hanno portato alla definizione della griglia di partenza. Tutti i riflettori della finale sono rivolti verso i due protagonisti assoluti, di tutto l’evento nella Senior, Gaglianò e Comanducci. I due italiani sono i mattatori delle heats, con tre vittorie a due a favore del poleman Gaglianò.
Una heat se l’aggiudica anche la fortissima lady Tanja Müller (CHE).
La finale, come già detto, è tutta nelle mani dei due italiani: Gaglianò e Comanducci scattano dalla prima fila  e si involano verso una gara solitaria con Gaglianò leader e Comanducci secondo.
I due fanno il vuoto alle loro spalle ed è immediatamente chiaro che la sfida si deciderà negli ultimi metri. Comanducci rimane in scia al leader senza mai tentare l’attacco, studiando ogni centimetro della guida di Gaglianò. Il sorpasso decisivo arriva all’ultima staccata. Comanducci crede nelle sue possibilità e si insinua in un varco millimetrico, compiendo una manovra che ricorderà per molto tempo.
A Gaglianò rimane l’amaro di un secondo che gli sta strettissimo.
Il podio lo completa la lady Müller, bravissima a vincere l’accesa lotta con la coppia di polacchi, Palmirski e Nadolski.
La Senior è la categoria delle Lady super competitive: oltre a Tanja Müller brillano per tutto il weekend, Tereza Babickova (CEZ), settima in finale, Micalina Sabaj (POL) ed Emma Delettra (USA).

SENIOR ROK OMP TROPHY.
Il trofeo dedicato al partner OMP, leader mondiale nell’abbigliamento dedicato al motorsport, regala emozioni e sorpassi. L’indonesiano Mahpud è protagonista di sorpassi e errori che lo costringono a recuperare per almeno tre volte. Al traguardo Mahpud batte Zajac, artefice di una rimonta strepitosa dalla diciottesima posizione. Chiude il podio dell’OMP Trophy, il canadese Hornbostel.

SHIFTER ROK: BOSCO E’ CAMPIONE NELLA GARA DI SQUARANTI


La categoria con il cambio regala i diciannove giri di finale più vibranti e spettacolari degli ultimi anni.
Squaranti parte come un razzo dalla prima fila mentre Bosco è costretto a compiere sorpassi su Myers (USA) e Vita (ITA) per riportarsi nella scia del leader della corsa.
Nelle primissime curve scompaiono dai piani alti della classifica due possibili protagonisti, quali il campione in carica, Zemin (ITA) ed il pluri campione della Super, Cinti (ITA).
Dopo la prima fase di assestamento Squaranti e Bosco scappano al comando, distaccando Myers, Vita, Tolfo (ITA) e Fusco (ITA).
Proprio Fusco mostra di essere l’unico a poter andare a riagganciare i due leaders e in poche tornate si libera degli avversari, andandosi a inserire nella lotta di testa.
All’undicesimo giro è Fusco che si scambia la leadership con Squaranti e riesce a prendere la testa, mantenendola, con un esiguo vantaggio, sino a due giri dalla fine. Al 18° giro Squaranti mette a segno un sorpasso perfetto su Fusco e si difende con determinazione dalla risposta del rivale, mentre Bosco osserva a distanza ravvicinatissima.
La gara sembra avviarsi verso un risultato definito, con Squaranti leader, ma alla penultima curva Fusco tenta un sorpasso impossibile, salta nell’erba e mette fuori causa Squaranti, aprendo la strada verso il successo nella Superfinal a Luca Bosco. Bosco ringrazia e mette nel suo palmares il secondo trofeo della Rok Superfinal, dopo il titolo del 2017 nella Junior Rok.
Il contatto finale ridisegna il podio con Myers e Tolfo ad accompagnare il neo campione sul podio.
Fusco viene escluso e a Squaranti non resta che la magra consolazione del best lap della finalissima.

 

 

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