Mio padre gli allungò la mano speranzoso e questi si presentò: “Piacere, Otello. Otello Chiesa”.
Riportiamo uno stralcio della lettera che Alex Zanardi scrisse, all’indomani del lancio dei telai che portano il suo nome, per raccontare come conobbe Otello e Dino Chiesa, titolari di quella Chiesa Corse che, anni dopo l’episodio narrato, ha riportato in pista, e in kart, il nome di Zanardi.
"... Scoprimmo che in quel fine settimana, sul circuito di Jesolo, si sarebbe svolta una gara nazionale.
Decidemmo che i tempi erano maturi per un tentativo “fuori casa” e mio padre, team manager, unico meccanico, autista, cronometrista consigliere, ecc. del team improvvisato, decise che si poteva fare [...]
Iniziammo a girare, la pista era bellissima e anche se i “locali” inizialmente ce le davano sulle orecchie, verso la fine della giornata i tempi miei e dei miei compagni erano discretamente competitivi.
L’indomani, alla punzonatura, ricordo i nostri sguardi perplessi quando il commissario tecnico ci chiese del motore di scorta: “Perché, si può avere un motore di scorta?”, chiesi, suscitando l’ilarità di chi ci seguiva in coda alla punzonatura.
Un simpatico signore mi apostrofò con riguardo e compassione affermando: “Eeeh, sai, alle volte potrebbe servire”. Sembrava essere il preparatore del gruppo si ragazzini in fila dietro di noi…