...A un certo punto, passando davanti ai dirigenti della squadra italiana, urlai che se non lo toglievano di mezzo loro, avrei buttato fuori tutti quanti…
Il mondiale del 1967 si correva su 3 prove. La prima era a Vevey, nella “mia” Svizzera, e le cose non iniziarono nel migliore dei modi: in finale mi si ruppe il supporto del sedile.
Dovevo cercare di stare sollevato per alleggerire il peso e anche perché, sfregando, il sedile si scaldava e… mi bruciava il sedere! Non è bello da dire, ma è così.
La seconda prova era a Düsseldorf, in Germania: vinsi le prime due manche e in finale partii bene.
Peccato che Massimo Nava, inserito nella squadra italiana solamente per fare ostruzionismo (non lo dico io, è una cosa risaputa), mi fece perdere un sacco di tempo rallentandomi, tanto che a un certo punto, passando davanti ai dirigenti della squadra italiana, urlai che se non lo toglievano di mezzo loro, avrei buttato fuori tutti quanti…
Il giro dopo lo fermarono e io ripresi a “tirare” per cercare di riguadagnare terreno.
Risultato: grippai leggermente il motore. Entrai ai box ma mio papà mi convinse a continuare.
Tornai in pista, coprendo il carburatore con la mano per ingrassare più che potevo la miscela e riuscii ad arrivare terzo.
Così all’ultima prova, a Montecarlo, eravamo in 5 a giocarci il titolo…