Sono tanti i sistemi possibili: la lettura della candela dipende troppo dalla benzina e dall’olio utilizzati, e con le candele a elettrodo piccolo diventa anche molto difficoltosa. Meglio, fra tutti i metodi, “leggere” il cielo del pistone. Lo si può fare attraverso il foro della candela, inserendo una piccola luce sulla punta di un braccio flessibile. Certo, se si ha tempo di smontare il cilindro e guardare direttamente il cielo del pistone, la lettura è più completa e accurata.
Il principio è piuttosto semplice: se la carburazione è grassa, il cielo del pistone è raffreddato e ricoperto di miscela olio-benzina: le temperature raggiunte non sono troppo elevate e la superficie di alluminio rimane lucida e del colore originale. Man mano che la carburazione si smagrisce, la miscela bagna e protegge meno il cielo del pistone e le temperature salgono. La combustione raggiunge così il metallo, lo scalda e, come conseguenza, l’alluminio cambia colore, con tonalità che vanno dal giallo al verde, al blu, fino al viola. Le alte temperature bruciano la miscela olio-benzina al punto che depositi carboniosi si attaccano sul cielo del pistone colorandolo di nero, soprattutto in prossimità dei travasi laterali e centrale (TT). La forma stessa dei depositi riprende l’andamento del flusso di miscela, dai travasi a dentro la camera di combustione.
Quando, infine, la carburazione diventa troppo magra, il cielo del pistone inizia a colorarsi di marrone anche nella parte centrale e si iniziano a vedere i segni della detonazione, l’aspetto più critico e pericoloso della carburazione troppo magra e del surriscaldamento.