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TKART magazine Dossier | I fattori per essere un pilota da Formula 1
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I FATTORI PER ESSERE UN PILOTA DA FORMULA 1

TKART Staff
27 Settembre 2019
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Correre in Formula 1 è il sogno di tutti i ragazzi che si avvicinano al kart. Di questi, solo pochi (ma proprio pochi...) riescono a coronarlo. I motivi per non farcela sono tanti e diversi. Al contrario, i motivi di chi ce la fa, hanno solide basi comuni. Certo, nulla assicura il risultato, ma già conoscere quello che non può mancare per provarci è un buon inizio
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PROGRAMMA

Un ingrediente ormai irrinunciabile per puntare alle vette del motorsport è far parte di una “scuola”. Come, per esempio, la Ferrari Driver Academy, programma nato nel 2009 che ha già accompagnato verso la F1 Sergio Perez, il compianto Jules Bianchi, Lance Stroll e Charles Leclerc.
LA FILOSOFIA
“Prenderli da piccoli”. La massima, sempre valida quando si parla dell’educazione dei giovani, è, in breve, anche il motivo alla base della creazione della FDA e di programmi analoghi. Perché, in una strada complessa come quella verso la F1, non basta dare ai piloti un aiuto concreto per allenamenti e spese, ma servono persone che li seguano passo dopo passo dal punto di vista fisico, tecnico, dell’alimentazione e, più in generale, di una professionalità a 360°.
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Foto di gruppo per i piloti FDA e del Tony Kart Racing Team
IL KART
La base, naturalmente, è il kart: è lì che una realtà come l’FDA guarda con più interesse e, non a caso, è lì che ha stretto una partnership con il Tony Kart Racing Team. La collaborazione ha l’obiettivo di “individuare nuovi talenti del motorsport, educarli e formarli, così da favorirne la crescita professionale verso le massime categorie automobilistiche”.

Tony Kart e FDA organizzano diverse giornate in cui i piloti delle due realtà si ritrovano sui kart per confrontarsi, allenarsi e rinforzare una collaborazione che ha già visto passare da Prevalle a Maranello piloti come Armstrong, Petecof e Mick Schumacher.
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I PILOTI
In 10 anni di attività sono diversi i piloti passati dalla FDA. Qualcuno, come detto, è poi arrivato in F1: Perez, Bianchi, Stroll e Leclerc, che con il suo approdo in Ferrari è l’emblema del percorso ideale che tutti sognano di percorrere. Per la stagione 2019, fanno parte del programma di Maranello: Giuliano Alesi; Marcus Armstrong; Enzo Fittipaldi; Callum Ilott; Gianluca Petecof; Mick Schumacher e Robert Shwartzman. Oltre ad Antonio Fuoco, da anni in FDA e ancora nell’orbita del team con un ruolo di consulenza.
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IL PROGRAMMA
La Ferrari cura i suoi ragazzi dal punto di vista organizzativo, fisico e mantale con il programma Mental Training FDA, basato sull’applicazione di innovative metodologie neuroscientifiche.
Nella convinzione che i piloti di oggi non possano limitarsi al fattore guida, inoltre, nella preparazione sono compresi aspetti tecnici generalmente di competenza degli ingegneri, sia attraverso incontri in aula, sia a livello pratico durante i test.
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IMPEGNO

Anche per i ragazzi che sognano la F1 l’impegno è la chiave per costruire il futuro. Specie se fanno parte di un programma come quello FDA o, per fare un altro esempio, il McLaren Young Driver Programme che ha cresciuto Lewis Hamilton e, più recentemente, Nyck De Vries. Proprio ripercorrendo le orme dell’olandese, dominatore nei kart, pilota Mercedes Formula E 2020, scopriamo com’è scandito l’impegno di un giovane pilota.
TEAM 10%
Questa percentuale cambia a seconda del programma (l'FDA, per esempio, organizza più occasioni di incontro per far lavorare insieme i piloti), ma, quando De Vries seguiva il programma McLaren, le esigenze di una presenza fisica nella sede di Woking erano minori. Il contatto quotidiano era assicurato da un’interfaccia web nella quale Nyck annotava le attività di allenamento per analizzarle insieme ai tecnici. In più, c’erano le sessioni al simulatore, presso un centro di Parigi.
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FITNESS 30%
Correre nelle Formule non è come correre in kart, dove le gare e le possibilità di girare in pista sono tante. Nelle categorie superiori i weekend di gara sono pochi e il resto del tempo va dedicato all’allenamento in preparazione delle gare stesse. Anche due sessioni al giorno, quando si è a casa, diversificate tra palestra, corpo libero, corsa, bicicletta.
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CORSE 20%
Sembra paradossale, ma la guida non è l’impegno preponderante. I calendari delle varie Formule difficilmente superano la decina di tappe: nell’Italian F.4 Championship powered by Abarth, per esempio, sono 7; in F. Regional European Championship e FIA Formula 3, 8; Formula Renault Eurocup, 10; Formula 2, 12. Inoltre, i test sono limitati dai regolamenti e pur sommando gare, test collettivi e test invernali le giornate in pista sono poche, specie per chi... dovrebbe fare il pilota.
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LAVORO E DIVERTIMENTO 20%
Lavorare non è un obbligo e, per i più giovani, è sostituito dallo studio. De Vries, il nostro riferimento, ai tempi del programma McLaren faceva parte del team anche in veste di meccanico e tecnico di pista: un modo intelligente per conoscere meglio ogni sfaccettatura del motorsport.
Per il divertimento rimane poco tempo e, data la routine lontana dalla vita dei ragazzi “normali”, spesso appena si può si torna in famiglia o si vedendo gli amici di sempre.
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VIAGGI 20%
Tanto il tempo da mettere in conto per gli spostamenti, verso i circuiti di gara, verso la sede del team o le sedi dei vari impegni. Anche perché (quasi) nessun pilota di questo livello ha un aereo privato a disposizione e utilizza i mezzi di trasporto di un normale ragazzo che cercare di contenere i costi: pullman, treno, voli low cost, il furgone del team...
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