Il giovane pilota della Ferrari ha corso in kart fino a pochi anni fa e ancora adesso, quanto può, in kart ci torna volentieri per allenarsi e reincontrare i vecchi amici che lo hanno aiutato a diventare un pilota di Formula 1. Proprio durante uno di questi allenamenti, a Lonato, Charles ha parlato del suo rapporto con il kart, dei vantaggi che può dare la guida di questo mezzo e degli avversari di allora che, oggi, lo sono anche in monoposto.
È sempre bello tornare in pista alla guida di un kart: a livello fisico è sicuramente un buon allenamento, mentre come guida, onestamente, è un po’ difficile fare un paragone, perché la Formula 1 è molto diversa. Le frenata, per esempio: con i kart hai una corsa molto corta, mentre nelle auto, in generale, hai molta più possibilità di modulazione. Per questo, quando si passa dalla Formula al kart, c’è sempre bisogno di qualche giro di adattamento per riprendere la mano.
Nel complesso, comunque, andare in kart rimane un modo per guidare all’interno di una pista, con l’obiettivo di andare più veloce possibile: come visione, quindi, e come mentalità, è sempre molto utile, specie per tenere alta la grinta nei periodi di pausa.
Diverso è il discorso visto dalla parte del kartista che sogna di arrivare alle Formule: in questo caso il kart è molto formativo, sia dal punto di vista tecnico, sia per la personalità. Per esempio, ti fa crescere come pilota e come persona, ti insegna a lavorare in un team e ti fa capire l’importanza di dare i giusti feedback ai tecnici: sono basi essenziali che rimarranno importanti anche in futuro. A livello di guida, inoltre, è in kart che cominci ad assumere una visione di gara e a districarti nei sorpassi.
Personalmente, per quanto riguarda me stesso, tornare in kart è anche un modo per rivedere tanti amici e tante persone che mi hanno aiutato ad arrivare dove sono ora. Un po’ mi mancano le gare di kart, perché l’ambiente che c’è lì è speciale: il weekend è più facile, si entra nel kart, si gira e, quando hai finito, hai tempo per divertirti. Le cose sono meno serie, si ride tanto. Forse per questo le amicizie che stringi in kart rimangono anche dopo. Almeno fin tanto che non indossi il casco, perché, poi, abbassata la visiera, è tutta un’altra storia. Noi piloti siamo competitivi di natura, vogliamo sempre fare il miglior tempo in pista, e questo non cambierà mai.
Mi ricordo bene il 2011, quando a Sarno vinsi la Coppa del Mondo: in quelle stagioni, correvano in kart anche Verstappen, Ocon, Albon, Russell, Stroll... Con alcuni eravamo una vera banda di amici, ed è bello, a distanza di qualche anno, essersi ritrovati ancora insieme in Formula 1. Per questo, se mi si chiede un consiglio da dare ai giovani kartisti che sognano di diventare piloti professionisti, dico di non mollare mai: la strada non andrà sempre “su” e qualche volta ci saranno anche dei “giù”, ma è proprio in questi momenti che si impara di più. Bisogna non lasciarsi mai andare e spingere sempre al massimo.
Monegasco classe 1997, pilota uffiale Ferrari, ha corso diversi anni in kart con ottimi risultati. Prima di approdare in F1 ha ha vinto la GP3 Series nel 2016 e il FIA Formula 2 Championship 2017