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TKART magazine Editoriale | Virtuale vs reale: i simulatori di guida uccideranno il karting?
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VIRTUALE VS REALE
I SIMULATORI DI GUIDA UCCIDERANNO IL KARTING?

Yanek Sterzel
31 Luglio 2020

La domanda è lecita, considerato lo scenario che vede uno sport che per alimentare il proprio bacino di praticanti deve puntare sui giovanissimi. Che però, oggi, sembrano essere più interessati a passare del tempo con il proprio cellulare piuttosto che con gli amici. Adolescenti che preferiscono la comodità di un simulatore in casa, da accendere e spegnere con un tasto, alla fatica che uno sport estremo come il karting impone per per essere praticato. Il rischio di estinzione del nostro amato sport c’è, ma c’è anche una speranza. Concreta.

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Nel mondo del kart ho un caro amico. Lo conosce anche chi legge TKART, perché ha scritto più di un articolo in questa rubrica: Mario Pazos. E’ quello che si può definire un uomo di un tempo (che non è un modo elegante per dire che è vecchio!). Uno capace di tutto per appagare la propria passione per i motori e il kart. Un esempio? Si è sparato 3.000 km per andare (e 3.000 per tornare) al campionato Sudamericano, a Rio de Janeiro, da Buenos Aires, con una Citroen Mehari.
Ecco, lui né è certo: il karting è spacciato. Non ha futuro.
Il suo punto di vista è più o meno questo: “I giovani d’oggi, sempre con il cellulare in mano, abituati al ‘tutto e subito’, senza faticare, non si appassioneranno mai al karting, uno sport che richiede fatica e sacrifici. Quando vorranno provare l’adrenalina della guida di un kart o di un’auto da corsa, si compreranno la playstation o uno di questi simulatori iper realistici ”.
Il mio amico Mario è uno che ne sa di tantissime cose ed è un saggio, quindi quando parla non sottovaluto mai quello che dice. Però credo che questa volta si stia sbagliando.
Per carità, ogni tanto anche io (che non ho 102 anni come Mario…) mi stupisco e mi faccio venire più di un dubbio quando vedo tutti questi ragazzini che al posto di parlare tra loro, si scrivono su WhatsApp. Adolescenti con gli occhi incollati allo schermo del cellulare più che sul fondoschiena dell’amichetta. Giovani che mettono like su Instagram a tutto e tutti con la frequenza con cui si sbattono le ciglia degli occhi. E ragazzini che vanno in pista? Spesso anche loro sembrano essere lì più per il volere del papà che per un loro desiderio.
Dall’altra parte abbiamo poi il mondo del sim racing. Gare virtuali, magari anche iper realistiche, dove vuoi e quando vuoi. E’ Chiaro che se la premessa è questa, spazio per il karting - a tendere - se ne vede poco.
Però… C’è un però.

Il movimento delle gare virtuali e degli Esports dedicati al motorsport stanno avendo da anni una espansione importate. Grande impulso a queste attività di gioco è stato dato dalla fase di lockdown generalizzato nel mondo che si è verificato nei primi mesi del 2020 a causa della pandemia generata dal COVID-19. In quella fase storica molti sportivi si sono dedicati alle gare virtuali, spesso in diretta live streaming. Ma anche i team di F1, prima fra tutte la Ferrari, hanno creato una loro divisione virtuale, il Ferrari Driver Academy Hublot Esports Team, con dei piloti ufficiali: David Tonizza, Amos Laurito ed Enzo Bonito.

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Leclerc impegnato al volante del suo simulatore durante una delle numerose sessioni sostenute durante il lockdown di inizio 2020.
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Charles durante una diretta sul social network Twitch.
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David Tonizza, 18 anni, ora pilota FDA Hublot Esports Team, ha iniziato la sua attività di pilota nel mondo reale proprio con i kart.
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