Era il mondiale 1996, a Lonato, categoria 100 Formula A.
In pista c’erano tutti i nomi “pesanti” dell’epoca: da Pantano a Button, da Davidson a Quintarelli, pescando qualcuno a caso tra gli oltre 100 al via. Io, ai tempi, correvo con Haase (Campione del Mondo in Formula K nel 1984 e poi diventato costruttore n.d.r.).
Lonato era la pista “di casa”, su cui era stato sviluppato e messo a punto il telaio Blizzard, un progetto originale, che prevedeva una struttura con l’avantreno imbullonato al posteriore nella zona del piantone.
Il weekend non iniziò certo nel migliore dei modi: le qualifiche si facevano con un giro di lancio e due giri cronometrati, partendo a sorteggio. Io, al primo giro, ruppi il motore Titan. Feci il 64° tempo, ritrovandomi a partire molto indietro nelle manche. Però andavo fortissimo: vinsi una manche e chiusi sempre davanti. Tranne in una manche, dove mi squalificarono. Questo bastò per farmi ritrovare ancora nelle retrovie.
In pre-finale, infatti, partii dalla 27^ piazza, ma ancora una volta rimontai e chiusi 4°, con il mio meccanico che si sbracciava per dirmi di rallentare e preservare le gomme.
In finale partii di nuovo fortissimo e al quarto giro mi ritrovai già in testa. Andava tutto benissimo: qualsiasi modifica facevamo, il kart rispondeva perfettamente.