L’azienda italiana punta forte sulla propulsione elettrica e presenta una nuova evoluzione del proprio prodotto di punta: un vero e proprio telaio racing (omologato CIK-FIA) equipaggiato con il motore BLDC RPM 3.000 da 1.250 W. A cui si affiancano diverse opzioni di potenza, oltre anche un modello Baby e una versione rental. E c’è anche il kit: per convertire il vostro Cayman con motore 60 cc in un kart… “Green”!
Proporre sul mercato un prodotto innovativo, in grado di garantire costi contenuti, manutenzione minima (oltre che zero emissioni) e avvicinare tanti giovani al karting: sono questi gli obiettivi dichiarati da Lenzokart quando nel 2018 lancia LK-Electric, la sua linea di kart a propulsione elettrica (di cui abbiamo già parlato in un articolo dedicato nella sezione “Sotto esame”). Negli anni l’azienda non ha mai smesso di aggiornare questa linea. L’obiettivo? Proseguire a migliorare le prestazioni e l’affidabilità (per esempio con l’introduzione del sistema di raffreddamento dual-system) del motore elettrico BLDC RPM 3000, ma anche ottimizzare tutti i dispositivi di sicurezza connessi al propulsore stesso (come il sistema di controllo delle prestazioni da remoto, tramite l’apposito telecomando o un comune smartphone). La nuova linea LK-Electric di Lenzokart prevede un’offerta sia per la categoria racing sia per quella rental. Per quanto riguarda i kart della linea racing, l’offerta comprende i kart Lenzokart e quelli a marchio Luxor (brand di cui l’azienda è proprietaria) disponibili in due diversi modelli: Puffo (pensato per bambini dai 5 anni in su) e MINI (per bambini entro i 13 anni di età). Il telaio della linea LK-Electric oggetto dell’analisi di questo articolo è il Cayman 2020, il MINI a marchio Lenzokart omologato CIK-FIA 033/CH/20 (per approfondire, leggi “Sotto Esame | Cayman 2020, l’ultima evoluzione del MINI Lenzokart”).
Il telaio Cayman è composto da tubi in lega di acciaio (più precisamente il 25CrMo4) da 28 mm di diametro e 2 mm di spessore. La scocca è lunga 1.280 mm, il passo è di 950 mm, la larghezza anteriore è di 645 mm, mentre al posteriore è di 590 mm. Ma quali sono le differenze principali tra la configurazione che prevede il motore elettrico e quella più classica equipaggiata con i motori a scoppio 2 tempi? Naturalmente, a balzare subito all’occhio, è l’interno sistema di propulsione insieme alle componenti necessarie al suo funzionamento: il motore (modello BLDC RPM 3000, su cui ci focalizzeremo più avanti) è posizionato alla destra del pilota, mentre alla sua sinistra, nella zona in cui di solito è situato il radiatore (nei kart che prevedono un sistema di raffreddamento a liquido), c’è la batteria comprensiva del suo alloggiamento. Un’altra enorme differenza si può riscontrare nella zona del sedile: questo (in fibra di vetro e a marchio NEK Racing, modello Silver) non è fissato tramite le classiche staffe fisse saldate alla scocca, ma per mezzo di una struttura applicata al telaio che ha una escursione totale, da tutto avanti a tutto indietro di ben 25 cm. La struttura, infatti, è dotata di due guide che scorrono su due due assi longitudinali applicati al telaio: tirando una manopola a sgancio rapido, si può spostare il sedile avanti e indietro fino a bloccarlo – rilasciando la manopola stessa – nella posizione preferita prescelta.