Nome prestigioso (Honda), derivazione motociclistica e “preparazione” kartistica (by SwedeTech). Così il motore Honda CR 125 si presenta per correre nella classe Honda Shifter S4M della Skusa (SuperKartsUSA)
Se dici “Honda”, il pensiero di un appassionato europeo va automaticamente alle motociclette o, al limite, ai motori della McLaren di F1. A un americano, invece, Honda, oltre a tutto questo, fa pensare anche al kart, visto che il marchio è uno dei più diffusi anche tra i kartisti, con diverse categorie dedicate esclusivamente ai propulsori di derivazione motociclistica della Casa giapponese. Il motore Honda CR-125 ne è, da tantissimi anni, un esempio.
Avvantaggiandosi della stabilità del regolamento SKUSA, infatti, il propulsore mantiene pressoché invariate le sue caratteristiche fin dagli anni di prima produzione (1999-2002). Inoltre, la derivazione motociclistica, seppure con delle modifiche tecniche, permette intervalli di manutenzione meno frequenti rispetto a un classico motore KZ, seppur con prestazioni sensibilmente diverse.
Per meglio comprendere caratteristiche del motore e differenze rispetto al KZ, TKART è approdato a Las Vegas per parlare con Jason Barry, manager dell’importante team specializzato nella preparazione dei motori 2T, SwedeTech.