Il mondo dei kart è suddiviso, sostanzialmente, in motorizzazioni monomarcia e a marce. Tra gli amanti delle due classi spesso c’è una sorta di sfida: perché i primi sanno di appartenere alla filosofia originaria del kart, cioè nessuna marcia, solo freno e acceleratore, per concentrarsi sulla ricerca della traiettoria perfetta. I secondi, invece, aggiungono la complessità del cambio e hanno il massimo delle prestazioni. Ma è veramente così, soprattutto dopo l’avvento delle nuove motorizzazioni OK? Siamo andati in pista con due piloti professionisti per scoprirlo
Confrontare stile di guida e prestazioni tra un kart con motore OK e uno KZ
Prova 1: motore OK con Flavio Camponeschi, team ufficiale CRG
Prova 2: motore KZ con Simo Puhakka, team ufficiale CRG
Alla South Garda Karting di Lonato (BS)
Asfalto curato e regolare, con buon grip, nel fine settimana post 21° Winter Cup. Il test è stato svolto con telaio CRG e pneumatici Bridgestone.
Pilota | Flavio Camponeschi |
Telaio | CRG KT2 |
Assetto | Standard |
Il telaio utilizzato con il motore OK ha tubi tutti da 30 mm di diametro. Una caratteristica che, in generale, lo rende più libero e fa scorrere maggiormente il kart, offrendo, però, di contro, meno grip.
Chiave è l’aspetto legato alle traiettorie e alla frenata.
Il kart motorizzato OK dovrà riuscire a entrare in curva in modo da sacrificare, nel caso, un po’ di velocità in ingresso, per riuscire a mantenere un’elevata velocità di percorrenza e uscire con un numero di giri elevato. In questo modo il kart riuscirà a mantenere una coppia importante anche nel punto più lento della curva.
Dal grafico della telemetria, che confronta, su base tempo, i giri del kart con motore OK e quelli del kart con motore KZ, è evidente come la frenata del primo (linea rossa) risulti meno efficace. Basta vedere come la curva della velocità risulti meno inclinata nei punti di staccata. è chiaro che l’impianto frenante limitato alle ruote posteriori è meno efficace di quello del KZ, che sfrutta anche i freni anteriori.
Ancora più interessante è notare che in quasi tutte le curve la velocità minima del kart OK è superiore a quella del KZ, in linea con l’obiettivo di avere la massima scorrevolezza possibile per uscire rapidamente dalla curva. Per fare ciò si sacrifica l’ingresso e si riaccelera leggermente più tardi rispetto a quanto succede con il kart KZ.
Tramite il sistema GPS della telemetria, abbinato alla mappa del tracciato, si sono analizzate le traiettorie dell’OK e, poi, si sono messe a confrontate con il KZ.
è evidente come la traccia dell’OK (in colore fucsia nel grafico) sia in generale più tonda. Questo si evidenzia soprattutto nei tornantini (punti 1 e 2), dove il kart allarga nettamente di più la traiettoria in ingresso, proprio per poter mantenere una velocità elevata anche a metà curva.