È uno dei parametri che più incide sull’avantreno e, quindi, su tutto il bilanciamento del kart. Per caster si intende l’angolo di inclinazione dei fuselli anteriori, che regola l’innalzamento della ruota anteriore esterna e l’abbassamento dell’anteriore interna quando si percorre una curva. Tale meccanismo determina un maggiore o minore trasferimento di carico all’anteriore, con contemporaneo alleggerimento della ruota posteriore interna, che, in alcuni casi, si solleva visibilmente dal suolo.
Verificare la reazione in pista del kart caricando o scaricando il caster
Prova 1: caster completamente scarico, cioè eccentrico superiore spostato in avanti
Prova 2: caster completamente carico, cioè eccentrico superiore spostato indietro
All’Adria Karting Raceway di Adria (RO)
Asfalto curato e regolare, con buon grip, ma non estremo, a seguito del fine settimana di gara precedente al test. Per la massima sensibilità di guida sono state usate gomme prestazionali come le Vega Bianche.
Larghezza anteriore | 5 tacche |
Larghezza posteriore | 140 cm |
Camber | Neutro |
Caster | scarico |
Altezza posteriore | Basso |
Altezza anteriore | Neutro |
Scaricare il caster vuol dire ridurre l’inserimento in curva e, contemporaneamente, avere le ruote posteriori molto attaccate a terra. Conseguenza? Un kart molto sottosterzante in staccata. I vantaggi, però, nascono in uscita di curva: le gomme anteriori, con l’avantreno libero e poco grip, non frenano l’accelerazione anche a sterzo leggermente girato. Il retrotreno, intanto, offre grande trazione, perché le ruote posteriori sono entrambe a contatto con l’asfalto e consentono di accelerare subito. È anche vero, però, che le gomme posteriori a terra durante la percorrenza di curva creano un attrito, dovuto all’assenza di differenziale, che assorbe potenza dal motore e, quindi, tende a frenare il kart.
Telaio facile da guidare, con sterzo leggero e retrotreno molto piantato a terra, senza scivolamenti improvvisi. Nei curvoni veloci l’assetto sembra ideale. Quando si spinge veramente, però, si tende ad arrivare lunghi in ingresso curva, bisogna frenare prima e più a lungo per riuscire a inserire un kart sottosterzante. Il caster sembra mancare proprio nel primissimo cambio di direzione, mentre a metà curva, complice la larghezza della carreggiata anteriore, il telaio si stabilizza e lavora bene. Facile l’uscita di curva: si può accelerare in qualsiasi momento senza perdere il posteriore. Se si accelera con troppo anticipo, però, il kart esce di traiettoria e non chiude l’ultima parte di curva.
È evidente come, con assetto scarico all’anteriore (linea rossa), si debba percorrere il [1] tornante verso destra a velocità ridotta rispetto all’assetto con caster massimo (linea blu), nonostante la frenata avvenga prima. Sul [2] tornante subito dopo bisogna frenare prima, ma la velocità bassa permette un buon ingresso anche con caster ridotto. Addirittura, la facilità di guida in questo caso non scompone il kart, che risulta più veloce, rispetto all’assetto carico, e riesce a riaccelerare meglio in uscita. Nel [3] tornante verso destra serve una staccata anticipata e un ingresso a velocità inferiore. La situazione si inverte completamente [4] dopo la prima parte della curva: il kart scarico, infatti, risulta più scorrevole una volta inserito in curva e accelera meglio in uscita.
Il caster scarico determina un battistrada delle gomme anteriori piuttosto levigato, a dimostrazione di un grip insufficiente. Contrariamente, le gomme posteriori, molto caricate, hanno una superficie del battistrada troppo ruvida, a dimostrazione di grip eccessivo e di retrotreno troppo legato a terra.