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TKART magazine Una Volta nella Vita | Fare un giro del Nurburgring in kart
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FARE UN GIRO DEL "RING" IN KART

TKART Staff
18 Gennaio 2016
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Il Nurburgring, o Nordschleife. Germania centro-occidentale. Un luogo di culto per i motori. 20,832 km che hanno fatto la storia. Ma sui quali un kart non aveva mai girato. Finora...
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Torniamo al 2011, quando a qualcuno, in redazione, venne l’idea: “E se andassimo a fare un giro al Nurburgring in kart?”. Non una boutade qualunque, perché il “Ring” è la mecca di tutti gli appassionati di motori, percorso ogni anno migliaia di persone in ogni modo: auto, moto, pullman, “Ring-Taxi”... L’importante è giraci! In kart, però, mai nessuno l’ha fatto. è da qui che Yanek, il direttore di TKART, Marco Zamponi (fotografo e grande esperto del ‘Ring) e Michele Panigada, titolare Energy Corse, partono per organizzare un giro al ‘Ring con un kart.
Per chi non lo sapesse(!) il vecchio Nurburgring, o Nordschleife, è un circuito, in Germania, lungo 20,832 km. Inaugurato nel ‘27, ha terminato la sua carriera agonistica nel ‘76, dopo il drammatico incidente di Niki Lauda. Da allora, stop alle competizioni di F1 e via libera a circolazione turistica, test di Case automobilistiche e “folli” gare endurance che hanno la loro massima espressione nella 24 h.
La nostra impresa, di per sé, non ha un gran senso, perché il motore di un kart a marce, abituato ai kartodromi, rischia di smontarsi sul rettilineo principale di 4 km. La TM Racing, allora, che motorizza i kart Energy, prende un motore di cassetta e sostituisce il pistone con uno dalle misure differenti.
“Meno prestazionale - ci dicono. Ma è molto più affidabile”.
Il guidatore designato è il “Pilota Smascherato”: Alberto Reoletti, tester ufficiale di TKART.
Gli uomini della Energy sistemano il kart prima che il “pilota Smascherato” si metta al volante
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La mitica “sbarra” del circuito del Nurburgring, raggiunto ogni anno da decine di migliaia di appassionati. Mai nessuno, però, l’aveva oltrepassata in kart
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“LA SOCIETÀ CHE GESTISCE IL CIRCUITO CI CONCEDE LA PISTA, IN ESCLUSIVA, PER UN’INTERA MATTINATA, DALLE 8.30 ALLE 14.00. OBIETTIVO: UN GIRO INTERO DEL RING CON IL KART!”

Il “Pilota Smascherato”, al secolo Alberto Reoletti. È lui il tester di TKART che ha avuto l’onere, e l’onore, di girare al ‘Ring con un kart da competizione per la prima volta
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Per capire se il kart va forte, però, ci vuole un metro di misura: così contattiamo la Mythos Cars, che importa in Italia le Caterham, per portare in pista una R500 da trackday, con 263 CV per 516 kg e un rapporto peso/potenza di 510 CV per tonnellata (contro i 257 del kart. Ma... una Ferrari 458 Italia ha un rapporto pari a 413) che le consente di accelerare da 0 a 100 km/h in 2,88 secondi!
Si parte in auto da Milano, carichi, oltre che dei motori, dei treni di pneumatici Vega e di un set di cerchi appositamente realizzato dalla Energy, con viti antistallonamento sia all’interno sia all’esterno, per evitare che le gomme, alle elevate velocità, possano uscire dai cerchi.

Prima tappa il circuito di Kerpen, per incontrarci con lo Jedi Racing Team (importatore tedesco della Energy) per lo shakedown del kart. Qui, oltre a posizione di guida e rodaggio, ci si concentra sulla carburazione, che è meglio sia un po’ più grassa del normale. La notte del Pilota Smascherato è quasi insonne, passata a guardare il cameracar di una M3 per imparare la pista: “Da appassionato di motori - ci dice - quando si è presentata l’opportunità di girare sulla Nordschleife con un kart ero euforico! È un sogno che si realizza, anche se non avrei mai pensato di essere il primo pilota a farci e un giro con un kart da competizione.”
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Le previsioni meteo non sono dalla nostra, “pioggia mista a neve”, ma, puntuali, alle 8.30 siamo in pista per preparare il kart. Oltre all’altezza si monta un rapporto molto più lungo. Il pilota, nonostante la grande esperienza, è piuttosto teso. Per fortuna la tensione cala dopo lo shooting fotografico, in cui Alberto guida l’Energy unicamente per macchine fotografiche e telecamere: “Non avevo mai girato in un autodromo con il kart: il raggio delle curve è più ampio rispetto ai kartodromi e, quindi, c’è un margine d’errore superiore: sono un po’ più sereno”. Alle 12.00, finite le foto, si può “fare sul serio”. Il circuito è scivolosissimo e bagnato: “È bestiale - ci dice Alberto dopo la prima tornata - in alcuni tratti nevica, in altri piove e... ho trovato pure l’arcobaleno. Che pista incredibile! Appena salito sul kart c’era un po’ di apprensione: non ero certo che la frizione potesse reggere, perché tra shakedown e foto si è consumata un po’, anche a causa del rapporto lungo. Però è andato tutto liscio, a parte il freddo. Quello che lascia sbigottiti - continua - è l’incapacità di prevedere cosa ci sia dopo una salita: la curva sarà a destra o a sinistra? Ampia o stretta?
Grazie ai video che ho ‘ripassato’ questa notte ho imparato qualcosa e ho potuto avere un approccio un po’ più da pilota, ma per me, oggi, è impossibile essere veloce: conoscere il circuito ha una variabile sul cronometro troppo rilevante”.
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