Scegli la lingua.
TKART magazine Una Volta nella Vita | Guidare un monster Kart
Exclusive Content

GUIDARE
UN MONSTER
KART

Yanek Sterzel
09 Febbraio 2016
alt
Quei kart sproporzionati, spinti da un motore di una moto supersportiva da 100 CV, pensi possano esistere solo su youtube. Invece noi ne abbiamo provato uno targato Praga Kart ad Adria. Ecco come è andata
Advertisement
Certe cose pensi che possano esistere solo su Youtube, in rete. Tipo i monster kart, aggeggi che assomigliano a dei kart, ma che montano un motore decisamente sproporzionato, spropositato, rispetto a un 100 o un 125 cc. C’è chi prende un telaio e ci monta su alla bene e meglio un qualcosa che abbia un turbo, del NOS... Il tutto sempre abbastanza raffazzonato.
Uno si convince che tutto questo esista in un posto lontano fatto da qualche svitato in cerca di un insolito passatempo.
Poi scopri che lo svitato, anzi, gli svitati considerato che sono due, non vivono troppo lontano rispetto a dove tu lavori e si chiamano Marco Barotti e Marco Ziviani. Entrambi hanno la passione per la meccanica e i motori, tanto da dedicare le loro brave 8 ore di lavoro al giorno alla IPK, l’azienda che realizza i Praga Kart e gli OK1.
Ecco il monster kart in tutta la sua lunghezza: 2,80 metri.
alt
Ultimi interventi prima del test a opera di Cash Van Belle e Cesare Gastaldelli, della IPK.
alt

I MONSTER KART, AGGEGGI CHE ASSOMIGLIANO A DEI KART, MA CHE MONTANO UN MOTORE DECISAMENTE SPROPORZIONATO

Marco Barotti (a destra) e Marco Ziviani (a sinistra) sono due colleghi in IPK. Da loro (con l’aiuto dell’amico Fabio Bresciani) è nata “la malsana idea - così la definiscono - di fare questo kart che potesse essere una sorta di mascotte dell’azienda”.
alt

I CREATORI DEL “MOSTRO”

Per quanto riguarda lo scarico, è stato usato il terminale originale. L’unico intervento è stato effettuato sui tubi che da quattro passano a essere raggruppati in due e, poi, in ultimo, ovviamente in uno. Una curiosità: per realizzare delle prolunghe utili a portare il terminale nella corretta posizione che vedete nella foto, è stato utilizzato il tubo di un assale da 50 mm.
alt
Come hanno installato il motore? “Abbiamo messo il telaio su un bancale, lo abbiamo spessorato in modo che potesse rimanere tutto alla stessa altezza e poi abbiamo appoggiato il motore, lo abbiamo allineato al telaio e abbiamo creato i supporti sul telaio che potessero sfruttare gli attacchi originali sullo stesso”. Facile no? Detto (e fatto) da loro, sì!
alt
Oltre al motore in sé e per sé, sono svariati gli elementi “trapiantati” dalla Honda CBR 600 installati sul Monster Kart. Primo fra tutti il blocchetto per avviare il motore. L’impianto elettrico, invece, si attiva mediante la normale chiave. Inoltre è stato utilizzato il radiatore, posizionato sul lato destro del motore. Infine, spicca, sul fondo, il terminale di scarico.
alt
Volante e leva del cambio sono assolutamente di derivazione kartistica. Per quanto riguarda l’utilizzo del cambio, non serve intervenire con la frizione quando si sale di marcia. Invece diventa d’obbligo premere sul pedale della frizione in scalata. Il cambio è rapidissimo e precisissimo da usare. Anche l’azione frenante, seppure non messa sotto stress, ci è sembrata molto buona.
alt
Per aumentare l’azione frenante sono state allungate le leve che agiscono sui pompanti dell’impianto originale IPK. I pedali, come si vede dalla foto, sono tre in quanto non è stata utilizzata la frizione a mano: considerato che per scalare è indispensabile usare la frizione e prevedendo una pesantezza dello sterzo considerevole, hanno optato per il terzo pedale.
alt
Continua a leggere l'articolo abbonandoti a soli 0,96 € / settimana
Esplora questi e tanti altri
contenuti premium
Vai al Magazine