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Tkart magazine

Una Volta nella Vita | Sfidarsi in kart su un quarto di miglio

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SFIDARSI IN KART SU UN QUARTO DI MIGLIO

20 Marzo 2017
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In Florida, negli States, per provare che effetto fa lanciare due kart KZ su una pista per dragster. Alla ricerca di un record mai tentato prima
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Diciamo esattamente come sono andate le cose; senza favoleggiare: decidiamo di partire dall’Italia in direzione Florida per provare l’ebbrezza di fare un giro con un KZ su un ovale. Tra gli ovali - e negli USA non mancano - spariamo alto: Daytona. Arriviamo in America e... di girare a Daytona non se ne parla: “Ma dai, basta solo un giretto... OK?”, dico io nel mio “fluente” inglese a chi fa da intermediario con la struttura di Daytona.
Ma la risposta non lascia molto spazio a interpretazioni: “No”, che vuol dire la stessa cosa in mezzo mondo e che nel nostro caso specifico significa che siamo andati dall’altra parte dell’Oceano sostanzialmente per nulla.

Siamo in OTK USA, la sede che OTK (l’azienda produttrice dei telai Tony Kart, Kosmic, FA Kart...) ha impiantato negli Stati Uniti, e di fronte a noi c’è Andre Martins (che di questa struttura è il responsabile operativo). Andre è un brasiliano che ride e parla poco, che trasmette le proprie emozioni al pari di un frullatore.

Ecco, è lui la nostra salvezza, è lui il “matto” che se ne esce con la frase: “Non c’è l’ovale? Andiamo su una pista per dragster”. E 45 minuti dopo siamo all’Orlando Speed World, una pista per dragster.
In mezzo a dei dragster.
Con un kart, però.

Trattasi di Tony Kart Racer EVK dotato di motore ROK Shifter, ovvero numero 6 marce per spalmare a terra, lungo il quarto di miglio a disposizione, circa 45 CV. Perché di questo si parla: aspettare il verde e scannare a più non posso per 10 secondi o poco più. Che è follia per noi che siamo abituati a vedere/correre gare di 20 giri. La partenza è solo l’inizio, poi ci sono la gestione di gara, i sorpassi, i giri veloci, la stanchezza fisica, la tattica, il posteriore che scivola... Qui è diverso, non c’è nulla di questo, tutto è concentrato in un solo momento: la partenza, appunto. Che a chi non conosce le gare di dragster può sembrare poca cosa... Ma è sbagliato!
Perché quando arriviamo su quel quarto di miglio d’asfalto, l’opinione cambia. Prima di tutto c’è rispetto per chi guida quei mostri che possono arrivare ad avere anche 10.000 (sì, non è un errore) cavalli. E, poi, dopo che vedi una delle partenze, dal rispetto per chi guida si passa alla paura per questi mostri.
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