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TKART magazine Come Fare a | Creare uno pneumatico per il karting
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CREARE UNO PNEUMATICO PER IL KARTING

TKART Staff
08 Giugno 2017
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1 INTRODUZIONE
Sempre più decisivi nel motorsport di oggi, gli pneumatici nascono da una continua ricerca, grande tecnologia, migliaia di chilometri di test e quintali di materiali diversi... Con l’aiuto della Le Cont, azienda italiana guidata dai fratelli Valter e Sergio Cont, scopriamo tutti gli ingredienti e i passaggio che sono necessari per creare una gomma “top level” per il kart.
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2 INGREDIENTI DI BASE
I primi elementi per la realizzazione di uno pneumatico sono i tessuti, le cui caratteristiche influenzano il prodotto finale. Prima di essere utilizzati, i tessuti vengono “gommati”, ovvero ricoperti sui due lati con un sottile strato di gomma (operazione eseguita dai grandi produttori di pneumatici; alle piccole aziende arriva il prodotto già gommato) e tagliati in grossi rombi. Questi, uniti ai “cerchietti” e i “triangolini” del riempimento tallone, formano il “fustino”, struttura di base del pneumatico ai cui lati è aggiunto un sottile strato di gomma che forma il fianco. Al fustino viene poi applicato il battistrada che, come il riempimento tallone e il materiale del fianco, è realizzato con un diverso tipo di mescola a seconda delle caratteristiche che si vogliono ottenere.
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Tessuti: principalmente si utilizzano tessuti in poliestere e in nylon (in misura minore, il rayon). I primi, in generale, sono per le gomme slick, i secondi sono più adatti per le rain. A doppio o triplo filo, si differenziano per la densità dei fili che lo compongono. La scelta del tessuto influisce sul prodotto finale, per questo alcuni produttori, a volte, si fanno fare tessuti appositi con precise caratteristiche.
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Cerchietti: anch’essi formati da diversi fili (in genere 4 o 5) di acciaio armonico con proprietà elastiche, vengono gommati e tagliati in modo da formare dei cerchi di 5 pollici (12,7 cm), ovvero il diametro del cerchio.
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Riempimento tallone: in gergo chiamati “triangolini”, sono dei pezzi di gomma dalla forma “a punta”, diversi per anteriore e posteriore. Servono a fornire la resistenza alla “spalla” del pneumatico.
3 INGREDIENTI PRINCIPALI
Tre elementi si spartiscono il ruolo principale all’interno del Banbury, cioè il mescolatore chiuso che “impasta” gli ingredienti per fare uno pneumatico. I primi sono i polimeri (in pani o in grani), che possono essere la gomma naturale o prodotti sintetici derivati da idrocarburi. Gran parte del lavoro di ricerca dei produttori mira a individuare i polimeri più adatti per ciascun tipo di mescola, ma anche alla possibilità di ottenere mescole con analoghe prestazioni partendo da polimeri acquistabili a prezzi inferiori.
Il secondo ingrediente è il Carbon black (o “nero fumo”). È una materia prima di origine sintetica derivata dal petrolio, che si presenta in forma di micro granuli, poi frantumati e ridotti in polvere all’interno del Banbury.
Infine gli oli, che si dividono, sostanzialmente, in: aromatici, naftenici e paraffinici e si differenziano ulteriormente per la loro viscosità.
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Polimeri: contribuiscono al 30% della formazione di uno pneumatico. Possono essere usati singolarmente oppure in “tagli” che utilizzano fino a 5 polimeri differenti. Sul mercato ne esistono alcune migliaia; un’azienda come Le Cont, per le diverse produzioni, utilizza circa 150 diversi polimeri.
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Carbon Black o Nero di Carbonio: chiamato in gergo anche “nero fumo”, contribuisce per il 30% alla produzione di una mescola. Da maneggiare con cura: un grammo di carbon black basta per annerire una superficie di 18 mq. Il Carbon Black influisce sia sul colore, sia sulle caratteristiche di abrasione, di resistenza all’usura e di durezza della gomma. In generale, si può dire che più nero fumo viene messo nella mescola, più il pneumatico sarà duro.
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Oli: anch’essi presenti per il 30% circa nella formazione di uno pneumatico, ne vengono combinati insieme diversi per ottenere le caratteristiche volute. Le Cont utilizza 22 diversi oli (mai tutti insieme), che contribuiscono alla composizione chimica finale e alle caratteristiche di aderenza (o grip) del pneumatico. Generalizzando si può dire che più olio si utilizza, più la mescola sarà morbida.
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