Scegli la lingua.
TKART magazine Come Fare a | Saldare il telaio a mano
Exclusive Content

SALDARE IL TELAIO A MANO

TKART Staff
05 Febbraio 2016
alt
alt alt
Advertisement
1 MANUALE O ROBOTIZZATO?
Se la realizzazione dei telai (taglio dei tubi, piegatura e saldatura) in passato era realizzata interamente a mano, negli ultimi anni le grandi aziende hanno avuto la forza di investire in macchinari automatizzati. In particolare, è la fase di saldatura la “chiave” nella realizzazione delle scocche, influenzando sensibilmente sia le prestazioni del telaio, sia la sua stessa durata. Saldatura automatizzata o “a mano” sono, oggi, le due filosofie principali di realizzazione dei telai. IPK, azienda che realizza i telai Praga e OK1, dopo un periodo nel quale ha realizzato i telai con sistema automatizzato, è tornata alla saldatura manuale.
alt
2 PREGI E DIFETTI
Il motivo per il quale IPK salda manualmente è, principalmente, poter avere un miglior controllo di ogni singola saldatura da parte dell’operaio specializzato, che può correggere eventuali difetti. Inoltre, a dire di IPK, la saldatura tramite macchine automatizzate determinava poca costanza nella qualità, per via di fluttuazioni di corrente che generavano diverse intensità di saldatura dei tubi. Queste motivazioni, però, sono contestate da chi utilizza la saldatura automatica, che, al contrario, considera un punto di forza il fatto di poter avere ripetibilità e costanza delle saldature, precisione assoluta grazie alla computerizzazione delle varie fasi.
alt
alt
3 SALDATURE A MANO, PIEGATUBI ROBOT
IPK crede nella manualità delle saldature, ma punta su macchinari automatizzati per le fasi precedenti, come il taglio e, soprattutto, la piegatura dei tubi. Il nuovo macchinario automatizzato di IPK permette una precisione assoluta, con tolleranza al decimo di grado nella piegatura. Il sistema è ad azionamento elettrico, ed esclude quindi sistemi idraulici che dipendono dalla temperatura dell’olio (più freddo ad inizio lavorazione, soprattutto nei mesi invernali). La macchina ha un sistema di recupero dell’energia (un po’ come le vetture elettriche e ibride), lavora su 11 assi e diverse maschere (alloggiamenti femmina per i tubi) per tubi da 28-30-32 mm di diametro. Durante la lavorazione viene utilizzata un’anima, cioè un elemento cilindrico di riempimento dei tubi, di diametro variabile a seconda della dimensione del tubo stesso, che viene posizionato prima del punto di piegatura ed evita lo schiacciamento del tubo.
Il nuovo macchinario ha la capacità di ottenere le stesse pieghe anche variando il materiale del tubo, riconoscendo l’elasticità dell’acciaio utilizzato. Il sistema è a pinza chiusa, cioè il tubo da piegare non viene afferrato lungo la sua lunghezza, ma spinto dall’estremo, in modo da non snervare il materiale.
alt
alt
alt
alt
Continua a leggere l'articolo abbonandoti a soli 0,96 € / settimana
Esplora questi e tanti altri
contenuti premium
Vai al Magazine