Ricerche frequenti
Le gare non si vincono solo nel fine settimana, ma anche grazie ad allenamenti e test privati, durante i quali le squadre lavorano sulla preparazione dei piloti e sulle soluzioni tecniche di motore e telaio che possano portare alle migliori prestazioni possibili. Dino Chiesa, team manager CRG e uno degli uomini più esperti e vincenti del paddock, spiega come si svolgono, perché sono fondamentali e su quali punti si insiste durante la giornata in pista.
Innanzitutto va fatta una premessa: i test privati hanno un’importanza estrema! Fondamentalmente si possono fare test con due obiettivi principali: il primo è quello di far allenare il pilota, fargli fare chilometri. Una cosa che non potrà certo fare durante il fine settimana di gara, quanto tutto deve essere focalizzato su assetti e tuning del motore.
Il secondo tipo di test, invece, è rivolto ai materiali. In particolare alle prove su componenti prototipali: il test in pista è il momento decisivo nel quale verificare se sono efficaci e, quindi, se vale la pena impiegare ulteriore tempo nella settimana della gara per effettuare ulteriori test e deciderne l’utilizzo finale.
È assolutamente così. Per questo motivo, si procede effettuando 5 controprove. In pratica: si parte con la soluzione standard, poi si rientra in pista con il componente nuovo o il prototipo da testare. Quindi, rientrati ai box, si rimonta il componente standard, poi ancora quello nuovo e, infine, si torna in pista con la soluzione standard. A questo punto si incrociano i dati e si verifica tramite telemetria e dati oggettivi qual è la soluzione migliore.
Le gare si vincono se si hanno pochi problemi durante il fine settimana. Quindi, al primo posto, dev’esserci l’affidabilità di ogni componente. Questo aspetto precede anche quello relativo alle prestazioni.
Da questo punto di vista, allora, i dati oggettivi saranno rilevamenti come quelli relativi alle caratteristiche dell’assale, che non deve essere eccessivamente fragile, piuttosto che le pasticche dei freni, che non devono usurarsi troppo in fretta. Quest’ultimo aspetto, tra l’altro, determina anche prestazioni migliori, perché più costanti nel tempo e nel corso della gara