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TKART magazine Dossier | 20 anni di evoluzione del kart
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20 ANNI DI EVOLUZIONE DEL KART

TKART Staff
27 Dicembre 2018
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Cosa è cambiato nel kart degli ultimi 20 anni? Analisi degli aspetti tecnici più interessanti e delle piccole-grandi rivoluzioni in termini di materiali, geometrie, accessori e filosofie costruttive
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L’evoluzione dei telai da ieri a oggi

I kart di ieri, se messi in pista oggi, con gli pneumatici attuali, difficilmente potrebbero offrire prestazioni in linea con i telai più moderni. Non parliamo dei primissimi telai fatti di tubi sottili, assali pieni, equipaggiati con motori poco prestazionali e pneumatici molto duri, ma dei telai di 20 anni fa, per molti versi già prestazionali e con geometrie visivamente simili a quelle di oggi. Se non sulle forme, allora, dove si è andati a lavorare per migliorare le prestazioni? Quali sono gli aspetti che più degli altri hanno influenzato positivamente le performance? Prima di scendere nei dettagli, sicuramente si può dire che, in genere, 20 anni fa i kart utilizzavano assali con diametro 40 mm; non sempre prevedevano la possibilità di montare barre di irrigidimento anteriori e, quando presenti, spesso erano saldate al telaio e non amovibili. Chiaramente, anche gli impianti frenanti non erano evoluti come quelli di oggi.
1997
Il primo esempio di telaio scelto per questo excursus storico è il Birel CR832, campione del mondo Formula C nel 1997 (nel disegno, tratto dal libro Birel: 40 anni di storia e tecnica del kart). Caratteristica peculiare del telaio era la barra mobile che univa i longheroni tra la culla e l’attacco dei fuselli, nella parte anteriore.
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1999
Sostanzialmente in linea con il Birel CR832 si pone il Tony Kart Mitox, omologato per la classe ICA nel 1999.
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2001
Visivamente l’impatto è più moderno, sicuramente anche grazie all’abbandono delle carene quadrate per forme più morbide, studiate per migliorare l’aerodinamica. La pinza del freno non è più saldata al telaio ma fissata sul portacuscinetto. Il kart è dotato di boccole eccentriche per la regolazione di camber e caster.
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2007
Modello tutt’ora in produzione, ha un disegno della scossa tradizionale, con tubi misti da 30 e 32 cm di diametro. La grande differenza rispetto a oggi è nell’evoluzione dei materiali che ci sono stati negli ultimi 10 anni e nella tecnologia produttiva degli accessori.
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2019
Il nuovissimo modello della casa di Prevalle. Spicca il musetto M7 con il suo layout originale. Esteticamente, rispetto al Mitox, sembra passata un’era geologica. In realtà, hanno meno di 20 anni di differenza.
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Scocche... strane
Non sono mancati, nella storia del karting, i tentativi di “uscire dagli schemi”, progettando scocche dalle forme originali e decisamente insolite. Qui, una carrellata di alcuni esemplari decisamente strani, regolarmente omologati nel corso degli ultimi 20 anni.
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PNEUMATICI

Sicuramente gli pneumatici sono una delle componenti che più è cambiata: in passato non esistevano restrizioni sugli “ingredienti” utilizzabili per la loro fabbricazione, soprattutto per quanto riguarda gli olii. Le mescole risultavano più morbide, con un grip elevato e, in generale, più prestazionali, specie nelle gare internazionali. Questo consentiva una guida più sporca, fino al limite di far derapare il posteriore nelle curve più veloci così da sfruttare l’alta aderenza e non far piantare il kart. Il pericolo dell’eccessiva morbidezza delle gomme, infatti, in alcune piste e con temperature alte, poteva essere quello di far letteralmente incollare il battistrada all’asfalto. Oggi, l’imposizione dell’uso di olii naturali, per un discorso di rispetto ambientale, ha portato a una riduzione del grip. In più, la volontà della CIK-FIA di contenere i costi stabilendo un prezzo massimo di vendita ha limitato il margine di manovra dei produttori.
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