I FATTI
Marco Ardigò arriva al Mondiale di Le Mans con i gradi del campione in carica. Il valore assoluto di Marco lo conosciamo e quello del Tony Kart Racing Team pure. Hanno affilato le armi - inteso come sviluppo del materiale - al meglio in vista di questo mondiale e la conformazione del tracciato di Le Mans, per di più, si adatta bene alle caratteristiche di erogazione del loro motore Vortex RVZ. Il mondiale in gara unica, si sa, è una lotteria proprio perché è in gara unica, quindi anche un solo episodio può condizionarne l’esito. Ma non solo, è anche spietato, perché non ammette replica. Quindi tu puoi presentarti con i migliori propositi e la miglior preparazione, ma poi il tuo avversario tira fuori dal cassetto - magari proprio e solamente per quella gara - il motore “speciale” che ribalta tutte le previsioni e spazza la concorrenza. Questa volta, però, di sorprese non sembrano essercene molte e
per Ardigò e Tony Kart bissare il titolo conquistato a Sarno sembra essere un’impresa alla portata. Tutto va secondo i piani: Ardigò vince una manche ed è irraggiungibile sull’acqua, fattore non trascurabile in un fine settimana caratterizzato da un tempo davvero incerto.
Ma arriviamo alla seconda manche: ore 14:54 di sabato 12 settembre. L’asfalto è umido, perché poco prima è piovuto: Ardigò guida il warm up lap della manche che vede sfidarsi il gruppo B con il gruppo C. Tutti i kart montano gomme da asciutto, ma l’asfalto è insidioso. Quindi
Ardigò prima arriva nella propria casella di partenza, quella in pole position, si ferma, ma poi ci ripensa: per questioni di sicurezza meglio consentire a tutti di fare un ulteriore giro.
Il direttore di gara consente l’extra lap, ma non la vede come lui e si segna sul taccuino che il n.51 ha interrotto la procedura di partenza. I commissari sportivi prendono quel taccuino, leggono e tramutato il tutto in una penalizzazione che sabato sera diventa una doccia non fredda, ma ghiacciata, per il campione del mondo in carica. All’alfiere Tony Kart non resta che incassare il colpo, che vuol dire partire dalla 17^ casella in Prefinale. Da quel momento Ardigò mette in scena un capolavoro mancato: in prefinale recupera fino alla 10^ posizione, casella dalla quale parte in finale. E nell’ultima gara del weekend, quella che conta, quella che consegna il titolo iridato,
Marco è una furia, vola (il best lap di oltre 1 decimo più veloce rispetto a quello del vincitore lo testimonia) e arriva a inserirsi anche nella lotta per la vittoria all’ultimo giro, che però conclude al terzo posto. Prima che, purtroppo, un’altra penalità comminata a fine gara per il musetto anteriore fuori posizione gli porti via anche quel risultato.