Ricerche frequenti
La stagione 2010 del karting è uno di quegli anni, perché è allora che il talento di Max Verstappen si rivelò al mondo. Dirlo oggi appare facile, dato che l’olandese è unanimamente riconosciuto come il pilota più spettacolare e promettente dell’attuale Formula 1, ma 8 anni fa era un semplice ragazzino, dal cognome un po’ ingombrante, che si presentava al banco di prova della KF3, la prima delle categorie internazionali per i kartisti in cerca di futuro. Quel ragazzino, nel giro di pochi mesi di gare mise in file i successi nella WSK World Series (con 6 podi, meno 1 toltogli dai giudici sportivi dopo la gara, su 6 gare), WSK Euro Series (chiusa con 77 punti di vantaggio sul secondo classificato), WSK Nations Cup (con quasi 4 secondi di vantaggio sul secondo al traguardo sia in prefinale sia in finale). Un po’ meno bene le gare CIK-FIA, dove, però, il “meno bene” significa comunque secondo posto alla Coppa del Mondo, chiusa dietro ad Albon, e quinto posto all’Europeo di Genk, vinto ancora da Albon, vero, unico rivale della sua stagione. Negli anni successivi Max avrà modo di rifarsi, conquistando ogni titolo possibile sia con i kart monomarcia, sia con quelli a marce. Ma, anche limitandosi a quel 2010, chi conosce il mondo dei motori e sa “leggere” nel cuore e nella testa dei piloti, aveva puntato le sue fiches su quel pilota dallo sguardo serio, fasciato con la tuta ufficiale CRG.
A stupire, infatti, non furono solo le vittorie, perché quelle, da sole, non bastano a fare grande un pilota, specie se davanti a sé ha ancora tutta una carriera da costruire. Quella che più impressionò fu come Verstappen ottenne quelle vittorie. È vero, a soli 12 anni, Max aveva già avuto modo di girare tantissimo, anche sulle pista che furono, poi, i principali teatri di gara, ma, di contro, il materiale CRG a inizio stagione non era certo il più performante del lotto, tanto che in tutte e cinque le tappe della WSK Euro Series, l’unico telaio CRG e l’unico motore Maxter presente nelle top ten degli ordini d’arrivo è quello di Max.
Deduzione: quello che mancava al materiale, ce lo mise Max. Controprova: sul finire della stagione il materiale CRG, invece, era sicuramente tra i più performanti, capace di piazzare diversi piloti tra i migliori a livello di tempi in gara. Risultato: Verstappen stra-vinse, infliggendo sensibili distacchi al resto del gruppo. A questo si aggiunse una costanza di risultati impressionante durante tutto l’arco della stagione e, soprattutto, il fatto di riuscire vincere subito, tanto e bene, al suo esordio non solo in una serie competitiva come la WSK, ma, in generale, in quelle che per lui furono le prime gare fuori dai confini del Belgio.
Detto del come, ci furono anche diversi “perché” che fecero pendere la bilancia delle considerazioni in favore di Max, primo tra tutti la sua totale dedizione alla causa. Raccontava, nel 2010, Verstappen: “Ho iniziato ad andare in kart a 4 anni e solo per via del regolamento ho dovuto aspettare i 7 anni per la prima gara”. Conclusa, manco a dirlo, con una vittoria. Da lì, i quattro anni successivi ebbero il solo difetto di essere un tantino monotoni: gare solo in Belgio (Paese in cui viveva, anche se Max è olandese) e praticamente solo primi posti al traguardo. La scuola? Come gli altri, anche se “Faccio tante assenze. Ma studio molto e i risultati sono buoni. Quindi, nessuno si lamenta. Non mi sento diverso dagli altri ragazzi: viaggio tanto, questo sì, ma solo per andare in pista. Quando sono andato a Milville (per il round 2 della WSK World Series 2010 n.d.r.) tutti mi dicevano ‘caspita, vai in America!’ Ma io dell’America non ho visto nulla, solo la gara di kart”. Oggi, che Max il mondo lo gira ben di più, la sua dedizione non è cambiata: prima di tutto bisogna fare bene il proprio mestiere.
Patron della CRG, squadra con la quale Max ha corso i suoi anni più importanti in kart. Diceva di Verstappen nel 2010: "Max ha una padronanza del mezzo straordinaria. Sono pochi i piloti in grado di fare la differenza nei primi due giri di una gara. Lui è tra quelli”