Ricerche frequenti
Le prime due manche e in finale partii bene. Peccato che Massimo Nava, inserito nella squadra italiana solamente per fare ostruzionismo (non lo dico io, è una cosa risaputa), mi fece perdere un sacco di tempo rallentandomi, tanto che a un certo punto, passando davanti ai dirigenti della squadra italiana, urlai che se non lo toglievano di mezzo loro, avrei buttato fuori tutti quanti… Il giro dopo lo fermarono e io ripresi a “tirare” per cercare di riguadagnare terreno.
Risultato: grippai leggermente il motore. Entrai ai box ma mio papà mi convinse a continuare. Tornai in pista, coprendo il carburatore con la mano per ingrassare più che potevo la miscela e riuscii ad arrivare terzo.
Così, all’ultima prova, a Montecarlo, eravamo in 5 a giocarci il titolo: io, Goldstein, Susanna Raganelli, campionessa uscente e quella che aveva più punti, Daniel Corbaz, svizzero anche lui, e Pernigotti.
Dopo le prime prove, il motore non andava. Il mio meccanico, che aveva il fratello che correva per la squadra italiana, mi rispose che non c’era molto da fare.