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TKART magazine Sotto Esame | KK3 Shifter, il motore di punta (omologa 2023) della gamma Modena Engines
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KK3 SHIFTER, IL MOTORE DI PUNTA (OMOLOGA 2023) DELLA GAMMA MODENA ENGINES

Giacomo Mantovani
28 Aprile 2023 • 20 min. lettura
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125 cc

CILINDRATA
Il KK3 presenta un alesaggio da 54 mm per una corsa da 54,43 mm e ha un volume del cilindro pari a 124,66 cm³.

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2T

TIPOLOGIA
Si tratta di un propulsore a 2 Tempi, come la stragrande maggioranza dei motori per kart di tipo Racing. È alimentato a miscela, con percentuale di olio lubrificante consigliata al 4%.

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A SPINTA

AVVIAMENTO
L'avviamento non è di tipo elettrico, infatti per avviare il propulsore bisogna inserire la seconda marcia da fermi e poi spingere per pochissimi metri il kart in modo da far ruotare l’assale posteriore e avviarlo.

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6 RAPPORTI

CAMBIO
Il motore KK3 ha un cambio sequenziale a 6 rapporti, derivato dal KK2, il suo predecessore.

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OMOLOGAZIONE
Il motore è stato progettato e realizzato da Modena Engines per le categorie Shifter FIA Karting, KZ e KZ2. La sua omologazione internazionale (che potete trovare qui) ha una validità di 3 anni e garantisce ai possessori di partecipare a tutte le tipologie di eventi che adottano il regolamento CIK-FIA.

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Sin dal 2013, anno dell’inizio dell’avventura di Modena Engines nel karting con l’omologa del motore KK1, l’azienda italiana non ha mai nascosto la sua particolare attenzione per la  realizzazione di propulsori Shifter per la categorie FIA Karting KZ e KZ2. Pur disponendo nella sua gamma di diversi motori Direct-Drive, infatti, è ben evidente come Modena Engines negli anni abbia allocato sempre maggiori risorse e tempo nello sviluppo del progetto KK, arrivando, nel 2023, all’omologa del terzo propulsore della linea, ovvero il protagonista di questo articolo: il KK3. Abbiamo avuto l’opportunità di visitare la sede dell’azienda, a circa 100 km da Roma, per analizzare e scoprire quali sono le innovazioni prodotte con il KK3 e quali, invece, sono state quelle componenti mutuate dal suo predecessore KK2 (omologato nel 2019, che abbiamo approfondito nell’articolo “Sotto Esame - Il nuovo KZ Modena Engines KK2”). Protagonista del processo di rinnovamento a cui è stato sottoposto questo nuovo motore è il team R&D di Modena Engines, composto da tre ingegneri e altrettanti meccanici motoristi. Questi tecnici hanno fatto uso - per la progettazione, la realizzazione e lo sviluppo del KK3 - di software CAD (Computer-Aided Design), macchinari CNC evoluti (in grado di garantire le lavorazioni più moderne) e banchi prova, per affinare il lavoro e definire la migliore direzione tecnica per sviluppare il propulsore.

L’aspetto generale del KK3 è ben curato sia dal profilo qualitativo dei materiali sia da quello della progettazione, ricco di nervature, spessori generosi delle parti in accoppiamento (per garantire la tenuta) e caratterizzato da un posizionamento dei vari organi (l'asse di rotazione dell'albero motore e quello del pignone, per esempio) molto diverso rispetto a quello adottato dal precedente KK2.
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Il KK3 pesa 19,5 kg, un valore raggiunto grazie agli interessanti sviluppi intrapresi rispetto al precedente modello KK2.
Alla base del processo di riprogettazione del KK3 vi è stato il rinnovamento di alcuni processi produttivi, a partire dalla tipologia di fusione dell’alluminio che, per il nuovo propulsore dell’azienda italiana, è a conchiglia per gravità. Questa viene affidata a una fonderia esterna, ma eseguita secondo le specifiche impartite da Modena Engines. Tale metodologia di fusione, grazie all’impiego di anime prodotte in “shell moulding”, permette di ottenere una produzione in serie con un’elevata precisione, pur trattandosi di un grande numero di pezzi complessi e che presentano una struttura interna elaborata. Inoltre, si tratta di un processo che prevede una più rapida solidificazione dei metalli e che quindi è in grado di conferire ottime qualità meccaniche a tutti i componenti. Al contrario di quanto avviene con altre tipologie di fusione (in terra o in pressofusione), poi, quella in conchiglia restituisce prodotti più leggeri: permette di ottenere spessori di parete inferiori e con un migliore aspetto estetico, garantito sia da una buona una finitura superficiale sia da una discreta accuratezza dimensionale. Una volta prodotti, i grezzi vengono presi in consegna da Modena Engines che si occupa internamente delle lavorazioni CNC a 5 assi, presso la propria sede madre a Modena (Italia). Infine, tutti i componenti, compresi quelli in plastica (come i carter di protezione), passano in fase ultima per la finitura in macchina dei fori e dei piani di accoppiamento.
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Il kit di acquisto di un Modena Engines KK3 comprende: [1] il gruppo motore completo KK3, [2] i due cavallotti leggeri completi di viti per il fissaggio del motore, [3] la leva del cambio, [4] la pipetta della candela ribassata, [5] la candela NGK R7282 10, [6] il carburatore DELLORTO VHSH 30, [7] la pompa benzina MIKUNI, [8] il supporto per la pompa benzina in lamiera di acciaio tagliato laser con relative viti ed antivibranti, [9] l’espansione di scarico, [10] la “curva” dello scarico, [11] il silenziatore di scarico ELTO TD3, [12] le molle per la marmitta.
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Benché il KK3 sia caratterizzato da un profondo rinnovamento - che ha interessato la tipologia di fusione dell’alluminio e alcune soluzioni innovative - sono diverse le componenti che il nuovo propulsore a marchio Modena Engines ha ereditato dal predecessore, il KK2 (nell’immagine). Nello specifico: il collettore di aspirazione, il pacco lamellare, il gruppo cambio, la trasmissione primaria - incluso il gruppo frizione - e la camera di combustione con rispettiva cupola.
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