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TKART magazine Tecnica | Il carburatore a vaschetta
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IL CARBURATORE A VASCHETTA

TKART Staff
23 Gennaio 2021
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È uno degli organi più importanti all’interno del kart, responsabile sia delle prestazioni sia dell’usura del motore. Ha il compito di regolare il rapporto aria benzina e la quantità di questo mix da immettere nel motore, in base a quanto si accelera, pertanto definisce le specifiche della combustione. Quello a vaschetta (detto anche “a spillo”) è utilizzato principalmente nelle classi con il cambio, ma non solo. Scopriamo come funziona
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Il carburatore a vaschetta è un componente formato da un corpo principale, generalmente in alluminio, e da una vaschetta inferiore avvitata al corpo principale. Gli elementi chiave sono il diffusore (o Venturi) ovvero il condotto principale di passaggio dell’aria che arriva dal filtro e va verso il motore. Ha forma prima concava e poi convessa e il diametro minimo caratterizza fortemente il carburatore e le sue le prestazioni in relazione al motore, essendo proporzionale alla cilindrata del motore al quale il carburatore viene abbinato e alla potenza che il motore stesso può erogare. Al centro del diffusore si trova la valvola del gas, o a ghigliottina, che può avere forma piatta o “a pistone”. Funziona grazie alla depressione che si crea nel diffusore, il cui diametro minimo è espresso in mm. In tale condotto l’aria in ingresso, richiamata dalla depressione nel carter pompa e dalle pulsazioni del pistone, accelera man mano che il condotto si restringe, per poi rallentare nuovamente nel tratto divergente. Più aumenta la velocità di un fluido minore sarà la pressione presente nel fluido stesso. Quindi nel punto più stretto del Venturi la pressione dell’aria sarà minima.
È proprio in prossimità di questa sezione che il condotto del carburatore presenta dei fori, o ugelli, attraverso i quali aspira, grazie appunto alla depressione, benzina mista ad olio lubrificante. Il carburante immesso nel flusso d’aria tende ad evaporare per via della bassa pressione, della velocità e delle turbolenze del flusso stesso.
Esternamente il carburatore presenta la leva per l’avviamento collegata al getto avviamento. All’interno, invece, il galleggiante è posizionato nella vaschetta di cui sopra ed è collegato tramite un braccio metallico allo spillo della valvola della benzina. Esistono poi tre circuiti: quello del minimo, quello del massimo e quello di avviamento (detto anche Starter), separato dagli altri e da utilizzare soltanto per l’avviamento.
I principali componenti del carburatore a vaschetta sono i seguenti:
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1. Dispositivo di avviamento; 2. Presa d’aria; 3. Diffusore; 4. Getto avviamento; 5. Vaschetta; 6. Polverizzatore; 7. Valvola benzina; 8. Spillo conico; 9. Valvola gas; 10. Presa d’aria vaschetta; 11. raccordo carburante; 12. vite regolazione miscela minimo; 13. Vite regolazione valvola gas; 14. Galleggiante; 15. Emulsionatore minimo; 16. Getto minimo; 17. Getto massimo.
CIRCUITO DI AVVIAMENTO (O STARTER)
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[2] Azionando la leva dell’aria si apre un canale che porta aria e più benzina al motore bypassando la valvola gas. Questo intervento è necessario per il funzionamento del motore a freddo. Tale circuito ha la funzione di consentire il passaggio della miscela aria-carburante anche se la valvola del gas è completamente chiusa. Questo permette al motore di ricevere la quantità di miscela sufficiente per l'avviamento e per garantirne il funzionamento al minimo. Questo circuito secondario attivato dalla leva dell’aria è dotato di un proprio condotto, di un getto e di un elemento di controllo della portata.
[3] La depressione generata dalle prime rotazioni dell'albero motore è sufficiente ad aspirare una quantità di combustibile “importante”, fondamentale per l’avviamento e il mantenimento del minimo. In questa fase la carburazione sarà decisamente grassa.
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