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TKART magazine Tecnica | L’importanza dei cerchi
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L’IMPORTANZA DEI CERCHI

TKART Staff
24 Marzo 2016
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I cerchi influenzano notevolmente l’assetto del kart, anche perché collegano gli pneumatici, elemento fondamentale per assetto e prestazioni, al telaio
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Nelle corse motoristiche, si sa, gli pneumatici, insieme a telaio e motore, sono fondamentali per ottenere buone prestazioni sia sul giro secco sia nel corso dell’intera gara.

Si arriva ad estremi nei quali gli pneumatici determinano la vittoria o meno di un pilota o di un team. Non è un caso, dunque, che oggi si tenda a gareggiare con pneumatici identici per tutti nei diversi campionati, compresi F1 e motomondiale.

Anche i cerchi, però, a loro volta, influenzano notevolmente le prestazioni delle gomme, sia nel tempo sul giro, sia per la durata complessiva delle stesse. Ciò è dovuto al fatto che materiali e forme dei cerchi modificano l’assetto del kart e la temperatura delle gomme.
Bisogna infatti ricordare che temperature troppo elevate determinano un comportamento anomalo delle gomme: quando queste raggiungono temperature poco superiori a quella ideale di funzionamento, si determina un eccessivo grip che frena il kart in uscita di curva, “legandolo” all’asfalto. Successivamente, quando la gomma si scalda ulteriormente, si ha uno scivolamento eccessivo. Ciò è dovuto anche al fatto che un aumento della temperatura dell’aria interna al pneumatico determina un aumento di pressione. Tale fenomeno espande la carcassa e deforma il battistrada dandogli una forma convessa, che porta alla riduzione dell’area di contatto battistrada-asfalto con conseguente diminuzione del grip.
I CERCHI VARIANO PER MATERIALE E FORMA INTERNA, MENTRE IL DIAMETRO ESTERNO È REGOLATO DALLA FEDERAZIONE INTERNAZIONALE A SECONDA DELLE CLASSI
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CERCHI PIENI
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CERCHI A RAZZE
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Variabile fondamentale dei cerchi è il loro materiale: sostanzialmente, lega di alluminio o lega di magnesio. L’alluminio è meno fragile: si deforma in caso di urti, ma difficilmente si rompe, mentre il magnesio spesso si frattura. Quest’ultimo, però, più costoso e più rigido, pesa circa il 40% in meno, con effetti positivi non solo sul peso totale del kart, ma anche sull’inerzia al rotolamento delle ruote e, quindi, sull’accelerazione.
Grazie a un superiore potere di smaltimento del calore, inoltre, il magnesio evita il surriscaldamento dell’aria all’interno della gomma e mantiene più bassa e stabile la temperatura degli pneumatici stessi. In generale, il magnesio, grazie alla maggiore rigidezza, tende a liberare il kart, effetto che, con gli pneumatici moderni, aiuta sempre la prestazione.
Va detto che le cose cambiano a seconda dei modelli di cerchio e alla percentuale di magnesio nella lega utilizzata. Importante, però, è anche la geometria, che influenza soprattutto la sezione interna e il punto di appoggio fra cerchio e mozzo. Il primo aspetto determina la quantità di aria presente nel pneumatico e la velocità con cui essa si scalda e si raffredda (più è l’aria, più tempo impiega a scaldarsi e raffreddarsi). Ne conseguono differenze di assetto quando si passa da un rettilineo, dove le gomme si raffreddano e perdono
grip, a un tratto misto, dove le gomme si scaldano recuperando aderenza.
Il secondo parametro fa variare la rigidità del collegamento cerchio-mozzo. In particolare, la differenza la si ha tra le geometrie a tre razze e quelle piene oggi più utilizzate (dove il disco ha una superficie piatta senza soluzione di continuità che appoggia sul mozzo). A influenzare la rigidità del collegamento è anche lo spessore del cerchio (in genere sugli 8 mm) nel punto di collegamento con il mozzo.
Nei cerchi attuali sono presenti anche delle viti “antistallonamento” che impediscono alla gomma, oggi sempre più morbida e, quindi, con altissimi valori di accelerazione laterale, di fuoriuscire quando ci si trova in curva. Nel montaggio e nello smontaggio di una gomma dal cerchio bisogna ricordarsi di svitare queste viti e poi non stringerle troppo, per non rovinare l’anellino di tenuta in gomma e la filettatura della sede nel cerchio.
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