A Graziano Cerino, fondatore e titolare di Tecno, storica casa costruttrice di kart, bastano poche parole per condividere il suo pensiero su Jenson Button, per come lo ha conosciuto ai tempi del kart: “Lui aveva il talento, come individuo, ma eravamo tutti quanti molto affiatati e di conseguenza ha avuto successo”. Tra queste persone affiatate c’è anche Jose Pecora, ancora oggi parte dello staff Tecno, ai tempi meccanico del pilota inglese. Il campione del mondo di F1 del 2009 affronta il suo percorso nel karting internazionale proprio a bordo dei telai costruiti dal produttore italiano e veste i colori del team GKS, capitanato dal proprietario della pista di Genk Paul Lemmens: “Oltre ad avere una squadra ben strutturata, Lemmens preparava i motori, mentre noi fornivamo i telai”, ci spiega Jose. “Siccome Jenson era molto dotato, ma non aveva soldi, ci siamo uniti per aiutarlo”. Lo spettacolo di Jenson Button sul palcoscenico mondiale del karting si apre proprio così, con un gruppo di professionisti che lo notano, riconoscono in lui qualcosa di speciale e decidono di sostenerlo. “Lo vidi per la prima volta in occasione di una giornata di test a Genk - ci racconta Jose, che prosegue - mi aveva impressionato perché era estremamente costante, come un martello pneumatico. I suoi tempi sul giro rientravano sempre nello stesso centesimo di secondo”. Un meccanico esperto come Jose inquadra facilmente il pilota che ha di fronte e la conferma arriva dalle loro prime gare insieme: “Passato dalla Junior alla Formula A (la classe Senior nel karting monomarcia dell’epoca, con motori 100 cc, n.d.r.), arrivò secondo al mondiale a Valence (anno 1995, vinto da Gustao Fraguas, n.d.r.). Poteva anche vincere, ma giustamente aveva calcolato che era meglio diventare vicecampione piuttosto che ritirarsi, considerando che la pista era molto stretta e quindi bisognava rischiare per sorpassare”.