Dopo aver conquistato in modo sorprendente il suo primo successo per la McLaren, a più di tre anni di distanza dalla sua ultima vittoria in Formula 1, Daniel Ricciardo si rimette subito alla guida. Sempre con a disposizione un volante, un motore e quattro ruote… Ma non di un’automobile, bensì di un kart. Anzi, il suo kart!
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Daniel, finita la gara, si immerge in un briefing tecnico che termina oltre le 21 di domenica. Lo spazio per la cena ed è già ora di andare a dormire, proprio per essere pronti per la giornata in kart. L’eccitazione per la vittoria, però, è davvero troppa e di dormire non se ne parla. Risultato? Tre ore di sonno all’attivo il lunedì mattina, che non sono proprio l’ideale prima di salire a bordo di un kart a marce, davvero impegnativo e faticoso da guidare dal punto di vista fisico.
Daniel non deve percorrere molti chilometri per soddisfare la sua voglia di kart: in compagnia di un amico e di un ingegnere McLaren si sposta dall’autodromo di Monza al Franciacorta Karting Track, dove lo aspetta il team Birel ART Racing (Birel ART, infatti, è l’azienda che produce i telai firmati Ricciardo Kart).
Lì è tutto pronto: il telaio è lo stesso usato in una giornata precedente, quindi sedile, pedali e volante sono già regolati sulla sua taglia. Daniel parte dunque per il primo turno sul suo Ricciardo Kart motorizzato TM Racing e monta un treno di gomme MG gialle usate, che arrivano direttamente dal mondiale KZ disputatosi a inizio settembre in Svezia. L’obiettivo è imparare il circuito e al tempo stesso compiere qualche giro di rodaggio. L’alfiere della McLaren non viene lasciato solo: a fargli da coach d’eccellenza c’è, infatti, il pilota ufficiale Birel ART nonché campione del mondo KZ nel 2019, Marijn Kremers, che scende in pista insieme all’australiano al volante di un kart Birel ART - TM Racing. Quattro giri per prendere confidenza sia con il tracciato sia con il mezzo e poi subito un cambio gomme: viene montato un treno di LeCont nuove, che Daniel userà tutto il giorno. Prima di pranzo il fresco vincitore del Gran Premio di Monza fa altri due turni da tre giri l’uno: la fatica si fa sentire e la giornata è all’insegna del divertimento, quindi non c’è nessun interesse a realizzare stint più lunghi.
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Inoltre, Daniel inizia a vedere sul proprio corpo i primi segni della guida di un KZ: all’altezza delle anche, inserite nel sedile in vetroresina senza imbottitura, inizia ad avere un po’ di male e compaiono dei lividi. Interviene prontamente il team manager e pilota ufficiale Birel ART nonché fresco campione europeo KZ, Riccardo Longhi, che ricorre a un rimedio di emergenza sempre efficace, mettendo sulla parte del corpo che fa male uno strato di plastica che si usa per gli imballaggi in modo tale da attutire le sollecitazioni. La soluzione sembra funzionare, tanto che nel pomeriggio l’australiano si diverte nei tre turni di pista che realizza, totalizzando ogni volta sei/sette giri.
Quanto basta per ingaggiare anche una serie di giri davvero tirati insieme a Kremers, che gli sta letteralmente francobollato al paraurti, “spingendolo” e talvolta sorpassandolo per aiutarlo a migliorare.
Al termine di questi tre turni pomeridiani, Daniel è davvero stanco. Le poche ore di sonno e la tensione che viene meno dopo l’incredibile emozione vissuta il giorno prima sono ben visibili sul volto del pilota australiano, che alle 15.00 circa decide di fermarsi e concludere questa parentesi di puro divertimento con gli amici, per poter poi tornare al prossimo impegno da pilota di F1. Dopo una giornata da kartista.
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