Il co-fondatore di Vortex Engines è venuto a mancare nella giornata di domenica 11 febbraio, all’età di 77 anni.
Classe 1946, la carriera di Giovanni Corona inizia negli anni Sessanta, quando approda alla Komet, e prosegue con un periodo di attività nelle competizioni di motocross.
Successivamente, Corona torna nel karting e nel 1983 inizia la propria collaborazione con Roberto Robazzi. Proprio insieme all'allora proprietario della Tony Kart, nel 1994 diventa costruttore di motori fondando il marchio Vortex, di cui assume il ruolo di direttore tecnico.
Dopo tante vittorie ottenute nelle competizioni internazionali di maggior prestigio e dopo il successo conseguito con il progetto ROK, nel 2018 lascia definitivamente la propria azienda - che nel corso degli anni si era evoluta in OTK Kart Group - e si ritira a vita privata.
A seguire, il ricordo di Giovanni Corona nelle parole di Yanek Sterzel, direttore di TKART:
“Di Giovanni (mi aveva spinto lui a dargli del tu!) ho un ricordo molto affettuoso e puramente personale. A livello professionale, infatti, penso di non poter aggiungere molto, rispetto a quanto già dicono di lui i successi sportivi e imprenditoriali che ha raggiunto. Quelli sono tantissimi, sono tutti scritti nei libri di storia del karting e non hanno bisogno di commenti o integrazioni.
Per quanto possano essere state sporadiche le nostre chiacchierate, dal 2006 quando ho iniziato a occuparmi di karting con TKART fino alla sua uscita da OTK Kart Group nel 2018 quando andò in pensione, di Giovanni ricordo con grande affetto due momenti che si ripetevano ciclicamente: il lancio di nuovi motori e la finale internazionale della ROK Cup.
In entrambe le occasioni avevo la possibilità di passare del tempo con lui, di parlargli e, secondo me, di scorgere i tratti più profondi della sua personalità.
Alle finali internazionali della ROK Cup by Vortex per alcuni anni mi sono occupato di fare ‘la voce italiana’ dello speakeraggio in pista e l'ultimo giorno, prima di dare inizio al grande party finale, era prassi il taglio della torta. Operazione che, ovviamente, doveva fare il rappresentante n.1 di Vortex: Giovanni Corona, appunto. Risultato? Se per molti un momento di celebrazione come quello poteva essere l'occasione per gonfiare il petto e ricevere un attestato di stima - sotto forma di applauso scrosciante - da parte dei piloti ROK (e dei loro accompagnatori) provenienti da tutto il mondo, per lui era una piccola condanna. Era una persona così schiva, timida e modesta che tutto quel clamore e quel successo riconosciuto lo mettevano quasi a disagio e toccava scendere dal palco per andarlo a prendere e farlo salire, tanto rifiutava tutte quelle attenzioni. Mi faceva sempre sorridere lo scambio di battute prima di quella cerimonia. Mi prendeva per il braccio, mi portava da parte e mi diceva: ‘Siamo d'accordo noi due, giusto? Io vengo sul quel palco quando mi chiami, basta, però, che non mi fai parlare!’. Io lo rassicuravo e immancabilmente rispettavo il patto, rendendo la "tortura" più breve possibile, mordendomi la lingua per non fargli domande.
La presentazione dei motori di nuova omologa, invece, ha rappresentato sempre l'occasione, per lo staff di TKART, di un ‘pellegrinaggio’ in provincia di Pavia, alla Vortex, e mi ha permesso di vedere un Giovanni Corona del tutto diverso. Lì il contesto era totalmente opposto e anche la persona sembrava l'esatto contrario di quella che vedevo alle finali ROK. Quello era il suo habitat, il suo posto. Lui lì era il riferimento, il capo. Si muoveva a passo svelto tra uffici e l’area delle lavorazioni meccaniche e a lui tutti si rivolgevano per sapere cosa e come fare. Essere al centro, in quel contesto, non lo metteva in soggezione, tutt’altro. Aveva il controllo completo di tutto ed era estasiante - per uno come me che ha una passione smodata per il karting, ma che di tecnica e motori capisce fino a un certo punto... - ascoltarlo raccontare i nuovi prodotti e il perché delle scelte tecniche adottate. In quelle occasioni, farlo parlare non era assolutamente un problema, anzi! Era un fiume in piena, tanto che lui stesso diceva ‘Ragazzi, se parlo troppo... Ditemelo!’. E noi lì ad ascoltare come bambini che sentono una favola e, finito un racconto, ne vorrebbero sentire subito un altro.
Nelle chiacchierate ‘a due’ nel suo ufficio, però, penso di essere riuscito a cogliere effettivamente l’essenza dell’imprenditore e dell’uomo di sport. Sembrava quasi che per rivelarsi davvero, avesse bisogno di un contesto protetto e riservato. Sono stati questi colloqui che mi hanno permesso di vedere, ancora una volta, una persona sorprendente. Perché a dispetto di una indole timida, quelle erano occasioni in cui mostrava tutta la sua determinazione, propria dei vincenti e di quegli imprenditori che - come lui - sono partiti dal nulla per poi creare un’attività di successo mondiale, contro tutto e contro tutti. Lo sguardo era vispo e i discorsi sinceri oltre senza troppi peli sulla lingua, ma alla base - e la mia non è scontata retorica da riservare a una persona che non c’è più - c’era sempre un profondo rispetto per tutti: amici e avversari. Sono state chiacchierate nelle quali ho potuto solo scorgere e immaginare il duro lavoro e la tenacia che hanno reso possibile la nascita di Vortex, la sua evoluzione e il suo successo. Perché Giovanni proprio non sapeva fare sfoggio di quello che di grande sapeva fare e aveva fatto.
In un’epoca che vive della continua comunicazione a tutti i costi (anche del nulla), mancherà ancora di più.
Ma resterà il suo esempio di persona educata, pacata, tenace, vincente.
Ciao Giovanni, riposa in pace”.
I funerali di Giovanni Corona si svolgeranno martedì 13 febbraio, alle ore 15.00 nella Chiesa di San Leonardo Confessore (provincia di Pavia, Italia).
Alla famiglia Corona vanno le più sentite condoglianze della redazione di TKART.