Una gara come il mondiale è sempre fonte di mille storie da raccontare: non solo quelle ben visibili di chi vince e festeggia ma, ancor di più, quelle un po’ nascoste nelle pieghe del weekend. Vicende certamente meno eclatanti, ma che riservano aneddoti e sorprese che sono l’essenza del karting più vero e appassionato.
A Lonato, in occasione dell’International Super Cup KZ2, una di queste vicende è stata senza dubbio quella di Natalia Balbo, ragazza di 23 anni che ha combattuto ad armi pari con i colleghi uomini in una categoria fisicamente molto impegnativa, dove le presenze femminili sono davvero rare.
Pur non avendo alle spalle una stagione ricca di gare, dovendo conciliare il kart con gli altri impegni della sua vita, primo tra tutti gli studi di Ingegneria Meccanica all’Università di Padova, la pilota dell’NGM Motorsport (Formula K/ TM Racing) nell’appuntamento più importante dell’anno ha messo in campo una progressione che l’avrebbe facilmente portata a ottenere un risultato davvero di prestigio, se non fosse stato per qualche penalità di troppo.
“Dopo il secondo round dell’Europeo FIA a Sarno – spiega Natalia - mi sono dovuta fermare due mesi a causa di impegni con l’università e non ho potuto ‘preparare la gara’ a dovere. Quando ho visto che l’elenco dei partenti contava 122 iscritti, mi sono posta l’accesso in finale come unico obiettivo”.
Invece, dopo la prima batteria dove riesce a tenere il passo di Danilo Albanese, uno dei più veloci dell’intero fine settimana, Natalia e il suo team rivedono al rialzo le loro ambizioni:
“Confesso che abbiamo pensato a una top ten. Le penalità, poi, si sono messe in mezzo, e la posizione in finale non è stata certo l’ideale, ma secondo me avevamo il passo per fare quel risultato”.
Questa, in effetti, è la sequenza delle posizioni ottenute nelle batterie: 2° posto, 8° (6° senza la penalità), 5°, 3°, 16° (9° senza la penalità), 8°. Non male per chi viene da due mesi di stop e decide di prendere parte a un fine settimana tra i più impegnativi che, contando i test di mercoledì e giovedì, è durato 5 giorni:“In realtà, avevo paura di non riuscire a terminare tutti e 25 i giri della finale. Tuttavia, devo anche dire che quest’anno ho notato un grosso cambiamento per quanto riguarda la mia guida in KZ2: riesco a essere più precisa, con traiettorie più pulite, faccio fare al kart quello che voglio. E ci riesco in ogni situazione.”
Per arrivare a questo punto, Natalia è partita da lontano, iniziando, come fanno in tanti, dai kart a noleggio. Galeotto fu il kartodromo presente davanti a un centro commerciale in cui si recava spesso e nel quale un giorno, finalmente, decise di entrare. “Dopo le categorie Rotax – continua Natalia- in cui ho corso per tanti anni (è stata campionessa italiana DD2 nel 2015 n.d.r.), una volta arrivata in KZ2 nel 2017 ho dovuto imparare a ‘non avere pietà’ degli avversari, a essere più cattiva nel corpo a corpo pur mantenendo una guida efficiente. È stato uno scoglio difficile da superare e che ha richiesto un grande lavoro su me stessa. Però, ora, sento che è anche grazie a questo che la mia guida è migliorata e riesco spesso a stare davanti.”
Natalia ha dimostrato tutto il suo sangue freddo in particolare nelle fasi di partenza delle Heats di Lonato, quando ha tenuto con decisione la sua linea nel lungo curvone, facendosi trovare pronta a rintuzzare e, più spesso, a portare l’attacco al tornante dei meccanici:
“Ma il rammarico è quello di non esserci riuscita in finale! Sono partita diciottesima e le prime due curve sono state un disastro: mi sono trovata in un sandwich e, una volta lì, mi è mancato un po’ di pelo sullo stomaco. A quel punto il desiderio di portare a casa la gara ha preso il sopravvento. Ho recuperato sì, ma non sono contenta di come ho interpretato le prime fasi di gara. Purtroppo quest’anno ho fatto davvero poche uscite e mi manca lo stare in pista, che è quello che ti permette di affinare anche l’istinto, oltre alla guida. Anche a Sarno, quando presi il comando in una delle Heat, pagai il poco tempo passato sul kart e dopo poche curve il mio avversario si riprese la posizione grazie a una mia ingenuità”.
Piccole insoddisfazioni di una stagione che, comunque, non può che essere giudicata positivamente:
“Personalmente mi darei un 7 e mezzo. Anche se avrei potuto fare qualcosa di diverso, non posso non essere contenta dei progressi fatti: con il team abbiamo lavorato davvero bene in ogni occasione. Il kart non è la mia unica occupazione, gli studi in Ingegneria Meccanica all’Università di Padova e l’impegno in Formula Student con il Team Race UP si prendono gran parte del tempo. Spero, tuttavia, di riuscire a ripetermi su questi livelli anche in futuro e magari di fare un ulteriore passo in avanti.”
(foto @Sportinphoto)