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Tkart magazine

Dossier | I campioni del kart Anni ’80 e ‘90

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I CAMPIONI DEL KART ANNI ’80 E ‘90

20 Maggio 2019
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Per molti sono stati gli “anni d’oro” del karting: per il sapore genuino delle gare, le motorizzazioni forse un po’ grezze ma immediate e coinvolgenti e per la presenza di tanti indimenticabili campioni. Messi insieme, Beggio, Forè, Manetti, Piccini, Rossi, Wilson (in ordine alfabetico) hanno vinto qualcosa come 26 titoli mondiali: abbiamo provato a capire chi, tra loro, è stato il più forte e il più rappresentativo dell’epoca

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CAMPIONI SENZA TEMPO

Ogni epoca ha i suoi campioni, però, forse, è vero che i decenni ’80 e ’90 sono stati per il karting un periodo difficilmente replicabile. Il movimento era in espansione; l’evoluzione tecnologica era già iniziata ma non aveva ancora preso il sopravvento; i soldi per correre servivano, ma non erano una variabile così decisiva. Non è un caso, dunque, che i piloti più forti di quegli anni sono, ancora oggi, dei punti di riferimento che hanno lasciato una traccia indelebile nella storia del kart. Ognuno ha dato il suo contributo e scritto le proprie pagine indelebili, ma chi, tra loro, è stato il più rappresentativo dell’epoca? Accennando alle loro storie, contando i titoli mondiali vinti e rubando qualche consiglio… abbiamo provato a metterli in classifica.

Come base di partenza per parlare dei piloti degli Anni ’80 e ’90 abbiamo preso i titoli mondiali: da quello di Mike Wilson nel 1981 a quello di Forè del 2006, un po’ “fuori età” ma ultimo di una sequenza di vittorie iniziata nel 1998. In totale sono 26 titoli, conquistati da 6 diversi campioni (nelle foto, in ordine alfabetico).

I CAMPIONI

Come noto, il casco è, più di ogni altro, l’elemento che caratterizza un pilota. Oggi come negli Anni ’80 e ’90. Ciascuno dei campioni presenti di questo dossier racconta il perché di un modello a cui è particolarmente legato.

I CASCHI

Ogni pilota ha la sua storia e ogni classifica, come quella delle prossime slide, ha il suo perché. Prima di iniziare, però, abbiamo chiesto ai campioni degli Anni ’80 e ’90 un piccolo consiglio per chi, oggi, vuole provare a inseguire la loro traccia e lanciarsi nell’avventura di diventare un campione del mondo di kart: qual è, se c’è, la caratteristica decisiva che non può mancare?

I CONSIGLI


ALESSANDRO MANETTI

Ho iniziato a girare in kart con mio padre nel 1988, a 16 anni. Dopo tre anni, grazie anche agli insegnamenti di Walter Masini, al primo anno da professionista ho vinto il Mondiale a Le Mans in Formula A con un Tony Kart/Rotax. Poi ho sfiorato il mondiale Formula K nel 1992, arrivando 2° a Ugento dietro Danilo Rossi. Ho vinto a Cordoba nel 1994 in Formula Super A, partendo ultimo, e sono andato vicino a  quello del 1995, quando ebbi un contatto con Forè a tre giri dal termine, e del 1996, quando, in testa dal primo all’ultimo giro, fui buttato fuori. Il punto è proprio qui: non mollare mai. Perché, nel kart, affermarsi contro i migliori del mondo significa girare un decimo più veloce degli altri ogni giro.

UN PO' DI STORIA

Cordoba (Argentina), 1994
CRG/Rotax/Vega

Fu un mondiale strano: non c’erano strutture e bilici, solo materiale spedito. C’erano 38 gradi e l’asfalto era molto scivoloso. I motori si rompevano come niente: io ne ruppi 3 e rimasi con uno solo. Venerdì mattina mi prestarono un motore per le libere e le manche, che comunque vinsi. In prefinale, il 3° classificato, per passare il 2°, mi prese e abbandonai. In finale partivo 35°, il mio numero fortunato: superai tutti, sfruttando anche le gomme fresche. Ma con il mio meccanico Dino Chiesa sapevo che avevamo tutto il materiale a posto.

IL “SUO” MONDIALE
  • 1991 – Formula A
  • 1994 – Formula Super A
I TITOLI

Manetti, a detta di tutti, è stato un talento eccezionale. Basti, a dimostrarlo, la straordinaria cavalcata mondiale di Cordoba. Non sempre, purtroppo, il carattere lo ha assecondato nel migliore dei modi. E un po’ di sfortuna gli ha impedito di vincere altri mondiali che erano a portata di mano.

LA MOTIVAZIONE


DAVIDE FORÈ

La mia esperienza è stata diversa da quella di chi fin da giovanissimo deve lasciare casa e imparare ad arrangiarsi da solo. Io sono sempre rimasto in famiglia e per di più ho avuto mia zia Luigina (Guerrini, meccanico di grande esperienza n.d.r.) che mi ha seguito dal 1982 al 2008 aiutandomi tantissimo.
Ho iniziato a correre a 8 anni. Da giovanissimo ebbi un incidente grave: mi ruppi il femore e mi operarono diverse volte. I miei provarono a farmi fare altri sport, ma io volevo correre: ripresi il kart e anche in quel caso trovai in Luigina un sostegno importante. Poi sono stato bravo a vincere le prime gare e fortunato a trovare una Tony Kart che aveva bisogno di persone che crescessero con lei. Oggi è più difficile, ma penso che per primeggiare non si possa prescindere dal trovare una realtà che ti sostenga in tutto.

UN PO’ DI STORIA

Ugento (Italia), 1998
Tony Kart/Vortex/Bridgestone

A livello emotivo il primo mondiale, nel 1998, rimane sempre particolare. Per me significò il raggiungimento di un sogno, la consapevolezza di essere arrivato a vincere quello che avevo sempre sognato. Quell’anno avevo già vinto l’Europeo e sapevo di essere preparato mentalmente e tecnicamente per puntare al top. C’erano tanti piloti, più vincenti e affermati di me, ma sapevo di potercela fare. E così è stato.

IL “SUO” MONDIALE
  • 1998 – Formula Super A
  • 2000 – Formula Super A
  • 2004 – Formula A
  • 2006 – Formula A
I TITOLI

Limitare Forè a un’epoca è difficile, perché Davide ha iniziato a vincere nel 1998 (per questo rientra in questa classifica) e ancora nel 2019 lotta in pista con i migliori. Dalla sua ci sono 4 mondiali e un’infinità di altre corse. Diventare una “leggenda” mentre ancora si è in attività non è da tutti.

LA MOTIVAZIONE
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