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TKART magazine Tecnica | L’aerodinamica del kart
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L’AERODINAMICA DEL KART

Gianluca Covini
06 Marzo 2023 • 21 min. lettura
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Aspetto per anni trascurato, ha sempre più - nell'ultimo periodo - interessato gli sviluppi dei principali costruttori. Dalle formule fisiche ai consigli pratici, una guida su un argomento nel quale anche i più piccoli dettagli fanno la differenza. Anche la taglia della vostra tuta da pilota
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Quello dell’efficientamento aerodinamico è un settore di sviluppo che nel karting sta assumendo sempre più importanza. Grazie all’applicazione di nuove tecnologie, come gli studi fluidodinamici computazionali (CFD), infatti, si è dimostrato come curando proprio gli aspetti aerodinamici del kart si possano ottenere risultati incredibili (anche nell'ordine del mezzo secondo in meno al giro), con pochi accorgimenti e con costi, talvolta, irrisori. A livello pratico gli sviluppi più evidenti sono quelli che hanno interessato le carenature, che da meri dispositivi di protezione si sono evolute, diventando l’oggetto principale che conduce alla riduzione della resistenza aerodinamica, chiamata “drag” (per approfondire, “Dossier | L’evoluzione delle carenature per il kart”).
Oggigiorno, anche se in misura minore rispetto al passato, l’aerodinamica del kart è influenzata dalla presenza del pilota, in particolare dal casco, dalle spalle e dalle braccia: elementi che aumentano l’area della sezione frontale e che generano zone molto estese di turbolenza, le quali sono la principale causa della resistenza aerodinamica. Le ruote scoperte sono un’altra fonte di turbolenza, anche se nel kart, a differenza delle vetture monoposto a ruote scoperte, rimangono parzialmente all’interno dell’ingombro delle carenature. Gli elementi che concorrono maggiormente all’aerodinamica di un kart sono lo spoiler anteriore e lo spoiler frontale (generalmente noto come “frontalino”): infatti è proprio su questi elementi che si sono concentrati maggiormente gli sviluppi più recenti.
Gli sviluppi più evidenti in campo aerodinamico hanno interessato le carenature
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Lo sviluppo dello spoiler anteriore e dello spoiler frontale hanno portato negli ultimi anni a forme più generose e più coprenti. A fronte di un leggero incremento dell’area frontale, permettono una maggiore copertura dei piedi, delle gambe e delle ruote anteriori, con un vantaggio enorme in termini di riduzione delle resistenze. Anche le carenature laterali si sono evolute e oggi sono più sottili rispetto al passato, per offrire meno superficie di impatto all’aria turbolenta in uscita dalle ruote anteriori. Nell’esempio si possono apprezzare proprio queste enormi differenze grazie al confronto tra [1] il primo set di carenature prodotto dall’azienda KG Karting nel 1992 e [2] i kit KG 505 (omologato nel 2015) e KG 506 (omologato nel 2017).
Pur essendoci stati enormi passi in avanti in campo aerodinamico la combinazione kart-pilota genera ancora, complessivamente, una resistenza all'avanzamento decisamente elevata. Questa è direttamente proporzionale al coefficiente di resistenza aerodinamica Cx (detto anche “coefficiente di drag”) che per un kart moderno si attesta tra 0,6 e 0,8 (per fare un paragone quello di un’automobile è intorno a 0,3). Il Cx è un valore adimensionale e più è basso e minore resistenza si oppone al moto di un veicolo. Nei kart la sua variabilità è dovuta alle diverse corporature dei piloti, con un netto svantaggio per chi è più alto. L’elevato coefficiente di drag del kart si traduce in maggiore resistenza all’avanzamento e quindi una perdita di potenza che potrebbe invece essere utilizzata per raggiungere maggiori velocità di punta.
Fortunatamente, le velocità in gioco nel karting non sono elevate, raramente superano i 150 km/h, per questo motivo gli effetti di un’aerodinamica così inefficiente non sono poi così drammatici.Le forze aerodinamiche assumono, infatti, valori significativi soltanto oltre gli 80-100 km/h, mentre al di sotto le forze in gioco sono trascurabili. L’unica eccezione sono i Superkart (ovvero i kart dotati di motori con cilindrate da 250 cm³), che presentano carenature che coprono interamente gli pneumatici e in buona parte anche il pilota e che quindi possono scendere a un coefficiente di circa 0,4/0,5. Nonostante il kart sia per propria natura aerodinamicamente svantaggiato, con qualche accorgimento e con le carenature più moderne, come vedremo nel proseguo dell’articolo, è possibile comunque ottimizzare l’andamento dei flussi dell’aria, con miglioramenti concreti in termini di tempo sul giro, anche dell’ordine di mezzo secondo in meno sulle piste più veloci.
COEFFICIENTE CX: COS'È E QUAL È IL SUO VALORE NEI KART
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1 Lo spoiler frontale M7 di OTK Kart Group è uno dei più evoluti nel karting, eppure dall’analisi della distribuzione del coefficiente di pressione “Cp” (parametro che presenteremo in seguito) si può notare come il casco sia ancora una delle zone di maggiore resistenza aerodinamica in un kart. 2 Il Superkart guidato da Peter Elkmann, vincitore del FIA Karting European Championship tenutosi a LE MANS nel 2019. È ben evidente come le carenature di questi kart siano molto più coprenti e avvolgenti rispetto ai kart Racing equipaggiati con motori 125 cc (come gli OK o KZ), in più si può notare la presenza di un alettone posteriore assente nelle altre categorie.
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