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TKART magazine Una Volta nella Vita | Angelo Parrilla racconta il Senna inedito dei tempi del kart (e non solo)
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ANGELO PARRILLA RACCONTA IL SENNA INEDITO DEI TEMPI DEL KART (E NON SOLO)

Mattia Livraghi
08 Dicembre 2022 • 9 min. lettura
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Se al di là delle leggende e dei romanzati post scritti su Facebook, volete conoscere davvero Ayrton, questo è l’articolo che fa per voi. Per leggere, ascoltare e capire, dalle parole e dalla voce di chi l’ha vissuto personalmente, chi Ayrton sia stato. Senza il filtro delle telecamere o delle pagine dei giornali patinati, ecco a voi un racconto esclusivo, tra ricordi, emozioni e aneddoti. Come quella volta che Ayrton con Carol Alt…
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Il primo maggio 1994, il giorno della morte di Ayrton Senna, nel motorsport, segna un solco tra due generazioni. Quella che ha visto, conosciuto e potuto apprezzare in prima persona Ayrton Senna da Silva, uno dei più grandi piloti della storia dell’automobilismo, e quelli che, invece, di Senna hanno vissuto solo il mito. In Italia però, c’è un uomo che può fare da ponte tra queste due generazioni: Angelo Parrilla. Fondatore, insieme al fratello Achille, della DAP, Parrilla è stato colui che ha accolto Senna in Italia e lo ha lanciato nel karting internazionale. Una fonte privilegiata che ci ha aperto i suoi ricordi e regalato un Senna inedito: un autentico prodigio alla guida, un ragazzo timido ed educato nella vita di tutti i giorni, ma un guerriero in pista e… Un buongustaio!
Angelo Parrilla, uno dei miti assoluti della storia del karting. Insieme al fratello Achille fonda nel 1970 la DAP, azienda milanese concepita per produrre motori per kart, per poi, sin dal 1974, focalizzarsi anche sulla progettazione e produzione di telai. Questa mossa si rivela azzeccata e, in poco tempo, la creatura dei Parrilla si impone tra i leader di settore dell’epoca. Tanto che i telai a marchio DAP permettono a diversi piloti di diventare protagonisti nei campionati di maggiore importanza internazionale.
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“Se ricordo bene, dev’essere stato il 26 o il 27 di agosto del 1978”, esordisce Angelo Parrilla, mentre racconta il giorno in cui sentì per la prima volta il nome Ayrton da Silva (perché così si chiamava, all'anagrafe, prima di iniziare a usare il cognome della madre, Senna, apunto). L’occasione è la chiamata di un intermediario che gli promette “uno che va come una palla di fucile”. Per lui non era raro ricevere telefonate di questo genere, visto che al tempo la sua DAP era tra i marchi protagonisti del karting internazionale, eppure Parrilla decide di dare credito alle parole di quell’uomo, spalancando le porte del suo team (e in seguito anche di casa sua) a un pilota brasiliano diciottenne che di lì a 15 anni avrebbe segnato indelebilmente la storia del motorsport.
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