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TKART magazine Come Fare a | Valutare l’importanza delle pianaline per il kart
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VALUTARE L’IMPORTANZA DELLE PIANALINE PER IL KART

TKART Staff
11 Febbraio 2018
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1 INTRODUZIONE
Le pianaline dei kart, oltre alla funzione pratica di appoggio e a quella estetica espletata tramite le grafiche, hanno anche un ruolo importante relativamente all’assetto del mezzo, specialmente per quanto riguarda la torsione, il cui punto nevralgico è proprio nella zona davanti al sedile, dove avantreno e retrotreno si collegano e dove, appunto, la pianalina viene montata. Nelle curve, anteriore e posteriore del kart tendono a posizionarsi su piani con angoli di inclinazione diversi, in modo che le ruote appoggino meglio sull’asfalto: una pianalina più o meno rigida, quindi, influenza l’assetto e il comportamento del kart.
Ecco perché, al di là dell’apparente semplicità, una buona pianalina dev’essere studiata nei dettagli e realizzata con materiali e processi di qualità, curando in particolar modo gli aspetti di peso (ridotto), resistenza, rigidità e torsione. Tra i produttori di pianaline, NEK è sicuramente all’avanguardia e i suoi prodotti stanno conquistando il consenso di tante Case costruttrici e piloti. Cerchiamo di scoprirne il segreto.
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La visione “da sotto” del telaio Birel Art mostra chiaramente la posizione e i punti di ancoraggio al telaio della pianalina
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Le pianaline in carbonio di BirelART firmate NEK
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Le pianaline in carbonio di BirelART firmate NEK
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Le pianaline in carbonio NEK con grafiche DR Racing
2 CARBONIO
Le pianaline NEK sono in fibra di carbonio, un materiale molto leggero, rigido, ma difficile da trattare e sicuramente dai costi più alti rispetto all’acciaio, sia per il materiale in sé, sia per il processo manifatturiero più lungo e complesso. Inoltre, per essere sicuri di ottenere una pianalina che duri nel tempo e abbia caratteristiche costanti tra un pezzo e l’altro, il processo produttivo non può essere economicizzato.
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La pianalina “Nek black” esalta trama e colore della fibra di carbonio. La gamma Nek comprende 5 livcelli di durezza a seconda degli strati di carbonio usati.
3 MATERIALI
Nel mondo dei materiali compositi, la scelta che offre le migliori garanzie qualitative è certamente quella del prepreg. Nel caso del carbonio, il prepreg altro non è che fibra di carbonio preimpregnata industrialmente con una determinata resina. Tale processo permette di avere fogli di fibra impregnati con quantitativi costanti di resina, della quale si può scegliere la tipologia e la quantità. In questo modo, si è sicuri che tutti gli esemplari di una determinata produzione avranno materiale, tipo di resina e, soprattutto, quantitativo di resina per centimetro quadrato, uguale. Stessa cosa si può dire, a meno di imperfezioni nel processo produttivo, anche per le caratteristiche meccaniche del prodotto finale.
Il prepreg ha costi elevati e, per evitare che la resina impregnata nella fibra si indurisca, i fogli vanno conservati in celle figro a bassa temperatura. L’indurimento, però, può essere ritardato solo per un certo periodo di tempo e questo, evidentemente, è un altro fattore che incide sui costi.
L’alternativa più economica è il processo manuale di laminazione, con stesura della resina sulla fibra attraverso il pennello. Chiaramente, questo metodo non garantisce un quantitativo di resina costante per centimetro quadrato e, di conseguenza, una costanza delle caratteristiche meccaniche. Non solo, la laminazione manuale determina frequenti bolle d’aria nella resina, che generano punti deboli nella struttura compromettendo la resistenza meccanica del componente.
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Per evitare che la resina impregnata nelle fibre si indurisca, i fogli preimpregnati devono essere conservati in celle frigorifere a bassa temperatura. L'indurimento, comunque, può essere ritardato solo per un breve periodo.
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I fogli preimpregnati di fibra di carbonio hanno un alto costo, sia per il materiale in se che il processo produttivo
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