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Focus Tecnico | AP06, il nuovo impianto freno by Parolin Racing Kart

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AP06, IL NUOVO IMPIANTO FRENO BY PAROLIN RACING KART

18 Giugno 2018
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L’impianto frenante è senza dubbio uno degli elementi più determinanti nelle performance del kart. In occasione della sessione di omologa 2018-2020, la Parolin Racing Kart ha deciso di rinnovare il suo modello AP05, mantenendo tutti i punti di forza, ma migliorando la rigidità e, dunque, la capacità frenante. Scopriamo i segreti e gli ultimi accorgimenti tecnici del nuovo AP06 brake system
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Punto di partenza del progetto del nuovo impianto freno AP06 è il precedente modello AP05, già molto apprezzato per prestazioni e solidità. Su questa base, e grazie all’esperienza maturata in pista dal Racing team Parolin nelle gare internazionali, i tecnici della Casa italiana hanno proseguito lo sviluppo, puntando ad aumentare la performance dell’impianto. Il dimensionamento di pastiglie e pistoncini è rimasto uguale, dato che l’AP05 si è dimostrato affidabile dal punto di vista penumatico ed è stato continuamente aggiornato nel corso degli anni. Ci si è concentrati, invece, sull’aumento della rigidità e la diminuzione della torsione in fase di frenata.

Come per tutti gli accessori del kart di casa Parolin Racing, anche la progettazione dell’impianto freno parte dall’ufficio tecnico, dove vengono sviluppati i disegni delle componenti tramite software di disegno 3D. La prima fase di prototipazione avviene tramite stampante 3D, che realizza velocemente un prototipo con le dimensioni e la forma reale della pinza freno. Ciò consente di non fermare le macchine CNC destinate alla produzione e, al tempo stesso, verificare gli ingombri e le lavorazioni. Dopodiché si passa alla fase di produzione vera e propria e, da qui, ai test in pista, indispensabili per la verifica di tutti i nuovi componenti dell’impianto freno.
Sulla pinza posteriore si concentrano i maggiori cambiamenti rispetto alla precedente omologa: nel nuovo impianto AP06 essa non è più formata da due semigusci, ma è ricavata completamente dal pieno da un monoblocco di alluminio, Ciò garantisce minore flessione e, quindi, una maggiore rigidità. Il tutto si traduce in un aumento della forza frenante. L’ufficio tecnico Parolin ha riprogettato da zero i passaggi interni dell’olio, uno sforzo non da poco che, però, ha dato risultati notevoli. Essendo monoblocco, la pinza risulta anche meno complicata dal punto di vista della manutenzione: ovviamente non ci sono più le viti di fissaggio e gli o-ring tra i due semigusci, inoltre lo spurgo risulta più semplice, essendo unico.
Altra grossa novità dell’impianto AP06 riguarda l’attacco della pinza, ora nella versione radiale. Questa modifica permette di limitare la torsione in frase di frenata, ma, soprattutto, risulta vantaggiosa per velocizzare lo smontaggio della pinza dall’attacco, svitando le due viti di fissaggio senza dover allentare il mozzo porta disco freno. Il disco freno è flottante e autoventilato, di serie è fornito quello da 180 mm di diametro, ma esiste anche il 195 mm come optional.
Il monoblocco ha consentito di diminuire sensibilmente il peso della pinza che, ora, si fa notare anche dal punto di vista estetico per le dimensioni più compatte. La diverse lavorazioni compiute a CNC, inoltre, hanno favorito anche le capacità di smaltimento del calore, fattore importante per garantire all’impianto una continuità di prestazioni ad alto livello sotto sforzo.
Classica e senza cambiamenti rispetto al passato la pompa freno con serbatoio di recupero olio. Parliamo di un elemento ricavato dal pieno da un blocco di alluminio, dove all’interno lavora un pistone di 22 mm di diametro. Caratteristica la leva a cui viene fissata l’asta che porta al freno, più lunga e con tre posizioni di ancoraggio per dare al pilota più opzioni tra cui scegliere a seconda delle proprie preferenze in fatto di frenata: più in basso viene fissata l’asta, maggiore sarà la forza da esercitare sul pedale del freno (la cui corsa si accorcia). Più la leva è fissata in alto, più la corsa del pedale si allunga e diminuisce la forza necessaria per la frenata.

Il ripartitore di frenata, già sviluppato nel vecchio impianto frenante, è studiato per avere la più ampia corsa di regolazione tra anteriore e posteriore (chiaramente si parla solo di impianti che hanno i freni sia davanti, sia dietro). La regolazione viene fatta tramite un “cricchetto” che a ogni giro si sposta di quattro posizioni, ogni posizione equivale a ¼ di millimetro. Le posizioni si identificano tramite un click grazie alle fresature effettuate sul pomolo, che consentono di capire lo spostamento sul ripartitore.
Le pinze freno anteriori seguono la forma della posteriore ma sono più compatte. Al loro interno troviamo due pistoni da 27,5 mm di diametro. Anch'esse sono ricavate dal pieno da un blocco di alluminio e lavorate tramite macchine CNC che consentono una precisione al centesimo di millimetro. Anche all’anteriore troviamo l’attacco radiale, studiato per diminuire la torsione nel momento della frenata. La forma rastremata consente di diminuire al massimo il peso, pur mantenendo la rigidità della pinza grazie alla lavorazione dal pieno. Il peso ridotto risulta fondamentale anche dal punto di vista delle masse in rotazione, esterne all’asse centrale del kart; queste, infatti, devono essere il meno pesanti possibile per migliorare il comportamento del telaio nei curvoni lunghi.
A disposizione del nuovo impianto freno AP06 ci sono tre differenti pastiglie: dura, media e morbida. Ciascuna, chiaramente, è caratterizzata da un diverso grado di durezza del materiale d’attrito, consentendo ai piloti di trovare il feeling migliore con l’impianto frenante a seconda del proprio stile di giuda. Le pastiglie sono volutamente di dimensioni contenute: i tecnici della Parolin, infatti, sostengono che solo la forza esercitata del pistone contro la pastiglia arrivi direttamente al disco. Pastiglie più grandi rischiano, nelle zone esterne, di portare una spinta minore. Le sedi delle pastiglie sono dotate di pistoncini magnetici per consentire alle stesse di tornare correttamente in posizione una volta effettuata una pinzata al disco.
Grande attenzione è stata dedicata al mozzo porta disco anteriore, sviluppato nei minimi particolari a partire da una barra tonda di diametro 90 mm lavorata a CNC. Analizzandolo si possono apprezzare le aperture laterali a forma triangolare, fatte per ridurre il peso. Esse sono poste in posizione non parallela all'asse orizzontale in modo da garantire più resistenza meccanica al mozzo e, quindi, più rigidità. Anche dal punto di vista del dissipamento del calore, generato dall’attrito tra il disco e la pastiglia, il mozzo ha un compito importante, favorendo la fuoriuscita dell’aria calda proprio tramite le aperture realizzate.
Interessanti, infine, anche i nuovi attacchi della pinza che, come detto in precedenza, sono in posizione radiale: una scelta che diminuisce la torsione della pinza freno in fase di frenata. Ricavati dal pieno e rastremati per diminuirne il peso, gli attacchi, anteriori e posteriori, facilitano lo smontaggio della pinza freno. Il nuovo sistema, soprattutto per la pinza posteriore, consente di velocizzare le operazioni di manutenzione dell’impianto o di variazione del setup del telaio.
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