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TKART magazine Prima Analisi | Nascart S, il telaio top di gamma di casa DFM Racing
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NASCART S, IL TELAIO TOP DI GAMMA DELLA DFM RACING

TKART Staff
22 Giugno 2020
Con la ri-omologazione del suo modello di punta, il Nascart S, la DFM Racing di Franco Stinchelli conta di rilanciare il proprio marchio e di replicare i successi ottenuti negli Anni ‘90, combinando componentistica all’avanguardia con un processo di saldatura manuale a TIG unico nel panorama kartistico attuale
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IL TELAIO
IMPIANTO FRENO
ACCESSORI
STORIA
VALORE AGGIUNTO
SCHEDA TECNICA

La DFM Racing è una casa costruttrice attiva nel mondo delle corse dal 1990. Caratterizzata da una produzione artigianale, tra le 6 omologhe presentate nel corso della sua storia spicca quella del Nascart S, da sempre il modello di punta dell’azienda, approvato per la prima volta nel 2002 e ri-omologato nel 2017. Come i modelli flagship di molti altri costruttori, il Nascart S è omologato sia per le categorie KZ che per la OK/OKJ e, negli ultimi 2 anni, ha raccolto anche dei successi a livello nazionale, tra cui il Campionato Italiano a Squadre KZ3 nel 2018 e la Coppa Italia KZ2 con il pilota ufficiale Antonio Piccioni. Rispetto all’omologa originale, da cui comunque vengono riprese alcune soluzioni, l’ultima versione del telaio è stata rivista in quasi tutte le quote principali. Il passo, ad esempio, è stato allungato, così come sono aumentate le larghezze anteriore e posteriore. I castelli posteriori, dove vengono alloggiati i porta cuscinetti dell’assale, sono completamente nuovi e realizzati in lega di magnesio. I tubi, invece, sono sempre da 32 mm di diametro, una scelta che garantisce una maggiore resistenza agli sforzi tipici di categorie impegnative quali la KZ.
Tra le peculiarità del telaio, si nota il tubo su cui è saldato il supporto del sedile, perpendicolare ai longheroni principali. Nella parte anteriore spiccano i tubi che partono dalle “C” e che arrivano quasi a congiungersi nella zona del piantone dello sterzo. Oltre alle geometrie, Franco Stinchelli, titolare di DFM Racing proprio dal 2017, ha pensato di mettere il telaio al passo con i tempi anche per quanto riguarda altri dettagli come gli attacchi del sedile e, soprattutto, il montaggio della leva del cambio, ora più tradizionale rispetto all’articolato e comodo sistema utilizzato in precedenza. La modifica si è resa necessaria anche per via del passaggio all’utilizzo del serbatoio realizzato da KG al posto del modello Freeline by Birel ART. A rimanere inalterato è, invece, il marchio di fabbrica di casa DFM Racing, ovvero la saldatura manuale a TIG, con tubi al cromo molibdeno di alta qualità.

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IL TELAIO
IMPIANTO FRENO
ACCESSORI
STORIA
VALORE AGGIUNTO
SCHEDA TECNICA

Per quanto riguarda l’impianto freno, DFM Racing ha optato per i modelli R4KZ per la versione a marce e l’R4K per il telaio in configurazione monomarcia, entrambi realizzati da Intrepid. La scelta è stata influenzata dall’esigenza di ridurre il più possibile il peso del telaio, così da non avere problemi a rientrare nei limiti minimi complessivi richiesti quale che sia la stazza del pilota. Più nel dettaglio, l’impianto frenante dedicato alla KZ è caratterizzato da pinze monoblocco in alluminio a due pistoncini sia all’anteriore, dove misurano 28 mm, sia al posteriore, da 30 mm. I pistoncini sono forati per migliorarne la ventilazione e tenere a bada anche la temperatura dell’olio. I dischi anteriori sono disponibili in 2 taglie: con diametro 149 mm e spessore 11 mm, oppure 155 mm x 12 mm. Doppia scelta anche per il disco posteriore, che ha diametro sempre da 195 mm ma due spessori differenti da 16 o 17 mm. Per quanto riguarda le pastiglie, in materiale sinterizzato, si può scegliere tra una mescola morbida e una più dura. La pompa freno, con serbatoio di recupero dell’olio, è dotata di un pistoncino di 19 mm. Non manca il ripartitore di frenata per la versione KZ.

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