Esperienza e tecnologia “made in Birel ART”, con la firma di un grande campione. Scopriamo nei dettagli il Ricciardo Kart
Daniel Ricciardo ci ha messo il nome, l’entusiasmo e... la faccia. Ma il “suo” kart è, in realtà, figlio della Birel ART, storica azienda di Lissone che ha proposto questa nuova avventura al pilota australiano e ha prodotto una gamma completa di mezzi per KZ, KF, KFJ, Rotax e Mini.
Il modello che analizziamo in questo servizio è in configurazione monomarcia, quindi senza leva del cambio e senza freni anteriori.
Partiamo dall’avantreno, leggermente allungato rispetto al passato (leggi “rispetto ai passati telai Birel ART”) dopo aver riscontrato - dicono i tecnici Birel ART - che, in pista, la soluzione dava risultati apprezzabili con ogni tipo di gomma, migliorando la fase di inserimento.
In conseguenza di questo allungamento, è stato rinforzato il supporto del piantone dello sterzo per renderlo più resistente. Rimanendo “in zona anteriore”, si nota il poggiapiedi regolabile e i pedali in alluminio, uguali al passato. Tradizionale è anche il sistema di regolazione di camber e caster con boccola eccentrica.
Nuovi e diversi, invece, i fuselli, con le staffe a due o tre fori (queste ancora in fase di sperimentazione nel periodo in cui è stato effettuato il test) a cui attaccare i tiranti dello sterzo.