Fusione
Per la produzione della sua gamma di cerchi, l’azienda italiana ha selezionato due metodologie di fusione distinte:
A. Pressofusione in conchiglia: viene dedicata alla produzione dei modelli in magnesio. Si tratta del processo più rapido, tra i due selezionati dall’azienda italiana, che prevede che il materiale venga iniettato, sospinto, nello stampo. Se da un lato la pressofusione in conchiglia assicura maggiori volumi produttivi, dall’altro comporta un maggiore rischio che i cerchi possano presentare difetti strutturali, come turbolenze e soffiature. In questo senso, al fine di assicurare l'integrità strutturale di tutti i suoi cerchi, CRG opera rigidi controlli qualitativi.
B. Fusione bassa pressione: viene utilizzata esclusivamente per modelli in alluminio. Si tratta di un processo più lento rispetto alla pressofusione in conchiglia, che però assicura prodotti con migliori qualità strutturali. Infatti, la bassa pressione tenuta nella fase di immissione del materiale nello stampo, favorisce un miglior riempimento dello stampo stesso, evitando che si creino turbolenze o porosità che possono danneggiare la struttura del prodotto finale.
A differenza di altri costruttori, la scelta di optare per un metodo di fusione piuttosto che per un’altro non è legata all’influenza che la metodologia di produzione ha sulle performance del cerchio in pista (per approfondire, leggi “Dossier | Cerchi per kart AMV: la guida all’acquisto definitiva” e “Dossier | Guida all’acquisto dei cerchi OTK Kart Group (per Tony Kart, Kosmic Kart, LN Racing Kart, Exprit…)”), bensì esclusivamente alla rapidità, ai volumi e ai costi di produzione che le due opzioni sono in grado di assicurare. Per i modelli in magnesio, maggiormente utilizzati per via del loro impiego in condizioni di pista asciutta (la condizione più meteorologica più comune), è fondamentale che il volume produttivo sia maggiore e si opta quindi per la pressofusione. Al contrario, quelli in alluminio, visto lo scarso utilizzo, possono seguire un processo più “lento”, optando quindi per la fusione a bassa pressione. In entrambi i casi, tuttavia, il processo di fusione dei materiali impiegati viene svolto esternamente l’azienda, che si affida a un terzista.