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RAFFREDDAMENTO MOTORE KART: 6 QUIZ SU DIFFERENZE, VANTAGGI E SVANTAGGI TRA I PROPULSORI AD ARIA E QUELLI A LIQUIDO
Il raffreddamento del motore kart può avvenire in due modi: tramite l’aria che investe direttamente il cilindro oppure attraverso un più complesso circuito ad acqua, che delega al radiatore il compito di scambiare calore con l’aria (per approfondire, leggi “Tecnica | Il raffreddamento del cilindro”). La prima tipologia di sistema di raffreddamento è la più semplice e il principale accorgimento consiste nell’alettatura del cilindro per aumentare la superficie di scambio con l’aria. La seconda tipologia, invece, è un sistema più complesso e costoso, ma anche più efficace, che consente di raggiungere prestazioni migliori, specialmente durante l’intero arco della gara. Per questo motivo, a partire dai primi anni Duemila, il raffreddamento a liquido ha rapidamente sostituito quello ad aria nella maggior parte dei motori dei kart Racing. I motori raffreddati ad aria rimasti in uso oggi sono principalmente i MINI, alcuni motori impiegati nei campionati monomarca (come il Trofeo Easykart e un propulsore di casa IAME, il KA100) e quelli dei kart Rental. Tuttavia, ci si interroga ancora spesso sulle differenze, specialmente in termini di gestione e funzionamento, tra le due tipologie di motore: quale sia più facile da gestire, quale sia più leggero e come si comportino alle basse e alle alte temperature. Per risolvere alcuni di questi dubbi, abbiamo intervistato Mauro Villa, storico preparatore di motori karting con una lunga esperienza nel settore. Ricordando anche i suoi primi anni di carriera, in cui lavorò con motori raffreddati ad aria, Mauro ha risposto a sei domande con grande precisione e dovizia di particolari.
Sui motori raffreddati ad aria è assolutamente vietato installare condotti di ventilazione diretti (convogliatori) per migliorare il flusso d'aria
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