Ricerche frequenti
7 verità (e falsi miti!) sulle carenature del kart
Introdotte a metà degli Anni ‘80, le carenature hanno assunto un ruolo sempre più centrale nel karting. Inizialmente concepite solo per migliorare l’aspetto del kart (per approfondire, leggi “Dossier | L'evoluzione delle carenature per il kart”) e successivamente per incrementare gli standard di sicurezza, oggigiorno queste componenti svolgono anche una funzione aerodinamica, contribuendo a ridurre la resistenza all’avanzamento e ad aumentare il carico verticale sulle ruote (per approfondire, leggi ”Tecnica | L’aerodinamica del kart”). Rispetto al passato, le carene sono più ampie e avvolgenti, soprattutto nella parte frontale, per proteggere il pilota dall’impatto con il flusso d’aria. Tuttavia, le loro dimensioni devono rispettare i limiti imposti dal regolamento tecnico FIA Karting, che punta a prevenire soluzioni eccessivamente elaborate e a contenere i costi. Questo aspetto ha generato opinioni contrastanti tra kartisti e preparatori, alimentando dubbi sulle reali caratteristiche tecniche e funzionali delle carene. Per fare chiarezza, abbiamo interpellato Davide Gaggianesi, esperto del reparto ricerca e sviluppo di KG Karting, azienda italiana leader nella produzione di carene, volanti e accessori per il karting. A lui abbiamo sottoposto sette quesiti per sfatare i miti e comprendere meglio il ruolo delle carenature nel karting contemporaneo.
Nota della redazione
KG Karting produce principalmente carene costruite secondo il regolamento tecnico FIA Karting, per questo motivo molte delle informazioni fornite da Davide Gaggianesi, si basano sui dettami costruttivi imposti dalla CIK-FIA. Tuttavia, sono diversi gli spunti che possono tornare utili anche a quei kartisti che partecipano a competizioni che non si attengono alle normative FIA.
Il regolamento FIA Karting impone particolari tipologie di materiali per la costruzione delle carene del kart
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